Sinistra: Come parlare alla e nella società contemporanea?
di Stefano Vinti.
I comportamenti elettorali nelle democrazie contemporanee sono molto diversi anche da un recente passato, diciamo meno vincolati, rivelano identità collettive che si formano e poco tempo dopo sono in pieno disfacimento, rispondono a movimenti di opinione e non certo ad appartenenze ideologiche. Fino a qualche decennio fa erano le istituzioni e gli apparati della società civile che contribuivano a stabilizzare le diverse culture politiche collettive e ad organizzare il consenso.
Oggi la funzione di partiti, sindacati, associazioni di massa, carta stampata e' diventata secondaria e in tanti casi assolutamente marginale. La televisione e il web occupano, una posizione egemonica nell'orientare le opinioni, le idee dei cittadini, a costruire il senso comune, ma nel far questo hanno contribuito a cambiare le regole della comunicazione.
I social media impongono, in un mondo permanentemente connesso, la conoscenza dei meccanismi virali delle opinioni, di come queste possono diffondersi in tempi brevissimi attraverso processi di associazione e concatenazione. Maestri in questo in Italia sono stati il M5S e la destra politica, in particolare tutto il circuito salviniano.
La comunicazione politica, fino a qualche tempo fa, avveniva nelle fumose, spesso poco accoglienti, sezioni di partito, nei circoli culturali, nelle sedi sindacali e nelle redazioni, e prediligeva ragionamenti lunghi, complessi, articolati, con citazioni, rimandi culturali, spesso pesanti da sopportare e troppe volte interminabili e ridondanti, quella odierna è tutt'altra cosa, è fondata sulla brevità, sulla chiarezza, sulla semplicità fino al semplicismo, sull'efficacia e sull'effetto persuasivo, una sorta di pubblicità dei prodotti da vendere.
Mi sembra ovvio affermare che oggi il linguaggio della sinistra non è più in grado d'inventare, ha perso la capacità di evocare e di alludere, non concede nulla alla immaginazione, e allora l'opinione pubblica, i lavoratori, il popolo cercano rifugio nel banale e nel convenzionale, nella cronaca, nella somiglianza del quotidiano del comune cittadino, dell'imitazione di uno stile mediatico artificiosamente plebeo e rozzo.
Il problema del linguaggio della sinistra è un problema grave e irrisolto, che forse ancora non è stato neppure messo all'ordine del giorno. Come intendersi tra avanguardie della sinistra e popolo, tra élite progressiste e lavoratori?
Un terreno di ricerca ineludibile, tra i tanti, altro che tutto è stato già scritto e fatto, occorre andare oltre l'imbalsamazione di una storia gloriosa e dismettere il ruolo delle vestali di un ciclo politico finito, a me sembra che oggi dobbiamo ricercare per poter rifondare.
Immagine: Mit und Gegen, 1929 di Wassily Kandinsky

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