D'Alema: "In questo momento la difesa della vita umana è la priorità."
di Massimo D'alema - Viaggio intorno alla Sinistra Italiana.
In questo momento la difesa della vita umana è la priorità, sopra ogni altra cosa, anche se questo comporta una dolorosa accettazione di una serie di limitazioni. D’altro canto, la maggioranza dei cittadini è favorevole a questo. Siamo in un regime democratico, e io ho letto che il 36% della popolazione è critica delle misure del Governo perché le considera troppo blande, e solo il 25% le ritiene troppo severe. Siamo in una situazione in cui le persone hanno paura e quando le persone hanno paura le istituzioni devono offrire sicurezza. Determinate rinunce appaiono inevitabili, naturalmente purché siano limitate nel tempo, si eserciti un controllo da parte del Parlamento e dell’opinione pubblica attraverso i mezzi d’informazione. La democrazia deve continuare a funzionare. Il problema vero è che questa esperienza deve essere l’occasione di un cambiamento. Le crisi, è una frase che viene ripetuta spesso, devono essere colte come occasione di cambiamento. Ne abbiamo vissute due grandissime del modello della globalizzazione senza regole: una è stata quella finanziaria del 2008 e poi questa. In realtà, alla crisi del 2008 che doveva imporre un cambiamento, la risposta non è stata adeguatamente coraggiosa. C’è stata una capacità di resistenza, una pervicacia del modello neoliberista che è riuscito a spingersi oltre la propria manifesta insostenibilità. Oggi questo appare per molti aspetti ancora più evidente, nel senso che una società di individui, in cui vengono meno tutte le reti di solidarietà, di coesione, è una società più fragile. Ci dobbiamo domandare perché l’Occidente è diventato l’epicentro di questa crisi, mentre una parte dell’Asia ha retto meglio, e non solo perché sono regimi autoritari, ma perché sono società più coese, nelle quali il legame tra le persone è più forte. Il modello individualistico che ha prevalso nelle società occidentali le ha rese più fragili. La nuova crescita che dovrà interessare il mondo, sarà una crescita in cui alcuni fattori, a partire dalla salute, avranno un peso enorme, saranno il volano della crescita, nel senso che la ricerca e l’industria, dovranno orientarsi a dare risposte a bisogni umani collettivi. Il modello capitalistico imperante negli ultimi trent’anni ha considerato la sanità pubblica come una spesa che ci si poteva permettere in una misura sempre più limitata. Una spesa che in qualche modo era un peso rispetto alle politiche di sviluppo. Oggi, invece, appare evidente che questa è una pre-condizione della crescita economica. Tornano di stringente attualità valori, idee che sono appartenuti al periodo d’oro della sinistra europea, quello del welfare, dello Stato sociale. Io non penso che si possa tornare agli anni’50-60 del secolo scorso, tuttavia si aprono due questioni: come si riorganizza una presenza pubblica nell’economia e in che modo i grandi beni comuni tornano ad essere considerati non delle spese ma fattori trainanti dell’economia. In secondo luogo la pandemia ha fatto compiere un salto di qualità alla sensibilità diffusa per le esigenze della sostenibilità ambientale.

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