Conte da Assisi: "L'Italia dovrà essere una comunità rigenerata"
"L'Italia che sta faticosamente uscendo dalla pandemia dovrà essere una comunità rigenerata: il nemico non è stato ancora sconfitto, siamo consci che non possiamo disperdere i sacrifici compiuti", così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, da Assisi in occasione delle celebrazioni della festa di San Francesco parlando dal loggiato del Sacro Convento di Assisi. "San Francesco - ha sottolineato Conte - ci parla oggi forse più che mai. La drammatica crisi sanitaria causata dall'epidemia da Covid 2019 ci sta ponendo interrogativi fondamentali sulla vita e sulla morte. Ci porta a ripensare a ciò che veramente conta nella vita. L'uomo si è dovuto misurare con un nemico invisibile, che ha sconvolto le nostre esistenze causando inquietudine e rabbia, sofferenza. Coloro che non sono stati colpiti dal virus sono stati costretti ad allontanarsi dagli affetti più cari. Riscopriamo il valore dell'essenziale, di ciò che è invisibile agli occhi ma decisivo per l'esistenza".
"Questo nostro mondo è in balia delle onde della globalizzazione selvaggia e dei nazionalismi irrazionali. Se vogliamo preparare il futuro, occorre anche guardare lontano": è stato uno dei passaggi dell'omelia del Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, pronunciata durante la messa per la festa di San Francesco dalla Basilica Superiore. "Ieri - ha osservato il Custode - Papa Francesco ha firmato sulla Tomba del Poverello la sua terza enciclica: 'Fratelli tutti'. Un dono immenso che addita la linea di orizzonte, l'approdo sicuro e felice per l'umanità. La fraternità è l'humus esistenziale che, come il grembo di una madre, custodisce, nutre ed orienta la nascita. Pensare l'economia e l'ecologia, i rapporti internazionali e quelli interni, le leggi e l'educazione, l'infosfera e il digitale, l'impresa e il commercio, la sanità e lo sport… nell'orizzonte dell'umanesimo fraterno è la sfida di oggi per il domani ed è uno spartiacque. Non c'è più spazio - ha sottolineato Gambetti - per forme di compromesso nel tempo della comunità globale: o con i fratelli o contro i fratelli". "Come il Papa ci insegna, noi guardiamo con gli occhi di Francesco d'Assisi - ha concluso padre Mauro Gambetti - all'umano rivelato e compiuto in Cristo, vero fratello di tutti, amore totale e 'infinitivo' per ciascuno; e vogliamo una società fraterna, nella quale il primato è riservato alla cura dell'altro, al dono reciproco e allo sviluppo intelligente".

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