di Paolo Brutti.

Ognuno dice la sua sulla decisione del governo come quando si parla dell formazione della nazionale di calcio. C’è chi voleva un esproprio proletario e misura la pubblicizzazione della società Autostrade con la Nep di Lenin e chi teme lo stato proprietario di un servizio pubblico più dei crolli dei ponti e delle gallerie. Per capire con chi il governo aveva a che fare voglio raccontare il contenuto dell’articolo nove(segretato) della convenzione attuale che regola il rapporto tra lo Stato e i Benetton, concessionari di oltre 3 mila chilometri di autostrade. Dice l’articolo nove che in caso di revoca della concessione anche per inadempienze gravi del concessionario a questo spetteranno come conguaglio i guadagni che il concessionario avrebbe realizzato fino alla conclusione naturale della concessione. E stima questo “risarcimento” in almeno 20 miliardi di euro.
Poiché l convenzione fu proposta da Prodi e firmata da Berlusconi questo da l’idea del potere esercitato in Italia dai Benetton.
Or qualcuno fa le bucce alle decisioni del governo e si chiede quanto regaleremo ancora ai Benetton. Il calcolo è facile. Lo Stato entra in ASPI e non nel gruppo Atlantia che è l’unico quotato in borsa. Il valore di ASPI è di circa 6 miliardi e non dipende dalle oscillazioni di Atlantia, cioè del gruppo Benetton, in borsa. ASPI esce dal gruppo e la Cassa depositi e Prestiti ricapitalizza la società in modo da mettere i Benetton in minoranza. Fatti i conti l’aumento di capitale dovrà essere tra 1,5 e 2 miliardi di euro. Niente soldi ai Benetton. Nei bilanci di CDP entrerà il controvalore di questa acquisizione e siccome ASPI non è una società decotta ma ha reso i Benetton un potere finanziario europeo, le sue entrate ripagheranno l’acquisto in pochi anni e poi daranno cospicui dividendi allo Stato. Dove è la fregatura? Se succederà che il governo userà la società non per gestire bene le autostrade ma per fare politiche clientelari e una nuova “razza padrona” al modo della DC con le partecipazioni statali allora tutto questo sarà un gigantesco boomerang. Ma questa è un’altra storia, diceva Conan il Barbaro.

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