di Anna Maria Bruni
Piazza gremita per la chiusura della campagna elettorale a Massa Martana. Ieri sera la balconata del teatro comunale, affacciata sulla piazza Umberto I, ha ospitato i tre candidati sindaci in gara per la nuova amministrazione. Tommaso Canneori per la lista n 1, Maria Pia Bruscolotti per la numero 2, “Capacità e Futuro”, e Luciano Antoniucci per la numero 3, “Continuità e rinnovamento”.
Programmi a parte, quella di ieri è stata la serata in cui si è fatta chiarezza politica sul profilo dei candidati e sul loro percorso d’impegno per Massa, garanzia certa per il futuro. Ed è proprio questo percorso a testimoniare l’impresentabilità del candidato della destra Tommaso Canneori, mai presente – lo testimoniano le delibere – in consiglio comunale in tutti questi anni di governo Gubbiotti.
Al contrario Maria Pia Bruscolotti, sempre presente per il paese, prima come assessore indipendente, poi da assessore provinciale e oggi consigliere, coltivando una conoscenza e una capacità di governo che oggi le permettono a buon diritto di candidarsi a sindaco.
Non sembra invece potersi dire altrettanto per il candidato Antoniucci, che pur già presente come assessore, più che vantare un suo eventuale impegno si è limitato a spendersi per screditare la evidentemente temuta rivale Bruscolotti.
Ma soprattutto, e va detto, la lista numero 2 è l’unica composta da due partiti, il Partito Democratico e il Partito della Rifondazione Comunista, che fin dall’inizio hanno lavorato fianco a fianco con lealtà a coerenza, costituendo le premesse per una solida squadra di lavoro in consiglio comunale.
A testimonianza di ciò è valso il riconoscimento pubblico che la Bruscolotti, segretaria regionale del Pd, ha tributato a Rifondazione Comunista ieri sera in piazza. Non si può dire altrettanto delle altre due liste, costituite sulla base di accordi ambigui e improbabili, come la numero 3 – socialisti e sinistra e libertà, con alcuni componenti di destra – o la numero 1, che pretende di spacciarsi per ‘società civile’, mentre nasce dal Pdl.
Ma soprattutto è chiaro ai cittadini che si tratta di fare una scelta politica. Una scelta che getti le basi per una riscossa politica e culturale, cominciando dal proprio Comune, contro la politica di questo governo, che sottrae fondi alle Regioni, attacca il lavoro, la scuola, i servizi essenziali e lavora alla costituzione di una società antidemocratica dove i cittadini siano ridotti a sudditi.
La sola garanzia di questa riscossa è attraverso la scelta di chi ha dimostrato di fare politica in modo leale e trasparente, per il Comune, per la provincia, e per il parlamento europeo.
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