di Vito Nocera.

A un vincitore nel pallone - scrisse Leopardi nel 1821 dedicato al giovane atleta Didini campione di quel primordiale gioco di palla con bracciale, progenitore del calcio moderno.

Al divino Giacomo assegnerei il ricordo di una " foglia morta" lirica quanto il suo "ermo colle".

Vagava in apparenza distratto sul verde del campo, le cosce ben salde e i polpacci resi piu' evidenti da quei calzettoni arrotolati, prerogativa di pochi campioni.

Trotterellava, che di correre non aveva bisogno, per lui viaggiava la sfera, e il cervello e quella classe infinita.

Era parte di una grande Inter ma i poeti del calcio come Mario Corso viaggiano soli.

Perduti nell'estro e nel genio.

A volare come le foglie quando d'autunno il cielo s' imbruna e il vento le stacca dal ramo.

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