Di Ciuenlai - Sembra che i 5 Stelle siano arrivati al capolinea. Hanno fatto un unico errore; si sono alleati con qualcuno anzi con tutti i loro ex nemici, quelli di cui avevano detto tutto il male possibile e immaginabile.

Dopo aver stravinto le elezioni,  dovevano rimanere fedeli alla loro vocazione alternativa, quella del’ambientalismo legato alla decrescita felice e alla redistribuzione della ricchezza. Una strada  certamente non priva di incognite e non priva di contraddizioni, ma diversa dal pensiero unico imperante.

La richiesta a Mattarella doveva essere semplice e netta  : facciamo un Governo di minoranza con al centro il nostro programma e aperto ai contributi del Parlamento. Il Capo dello Stato e tutti gli altri avrebbero avuto una bella gatta da pelare, accettare, fare un governo tecnico  o indire nuove elezioni  con il rischio che Grillo e compagnia superassero la soglia del 40% raggiungendo la maggioranza assoluta dei seggi.

Il cerino sarebbe stato in mano al sistema. Invece ci sono entrati accettando di mettere al centro della svolta un personaggio di sistema come Conte , il loro demolitore. Allearsi, oltre che produrre uno snaturamento, ha costretto il movimento ad accelerare i tempi , con una classe dirigente impreparata e facile preda dei più esperti avversari. Adesso non si può tornare indietro : o diventano il partito di Conte o scompaiono. La piattaforma programmatica se n’è andata è restata quella sul web che fa più danni che la grandine.

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