da Cannibali e Re.

Se Indro Montanelli avesse comprato e violentato, nel 1936, una bambina bianca e italiana, sarebbe stato lapidato già allora. Sia dalla legge - il fascismo era un regime criminale, vigliacco ed infame - ma non al punto da legalizzare l’acquisto e lo stupro di bambine. Sia dalla pubblica opinione, che forse non era la più avanzata di sempre ma che di sicuro, leggendo sui giornali o sentendo per strada, che un intellettuale raccontava ridendo di aver acquistato una Letizia, una Sara, una Lucia e aver poi abusato di lei, non l’avrebbe presa proprio bene.
Il fatto è che quella bambina non era bianca, non era italiana. E allora Indro Montanelli poteva fare di lei ciò che voleva. Questo sebbene il “madamato”, la relazione tra soldati italiani e donne del luogo, che di fatto nella maggior parte dei casi si trasformava in un puro utilizzo sessuale di quest’ultime, fosse biasimato dal regime, almeno formalmente, fino al 1937, quando venne severamente punito dopo la promulgazione delle leggi razziali.
Eccola la vostra contestualizzazione.
Eccolo il razzismo, se ancora non lo vedete.
Quando Indro Montanelli comprò e abusò del corpo di quella bambina eritrea sapeva bene che si trattava di una violenza. Semplicemente la voleva esercitare perché il suo ruolo dominante di bianco, italiano, soldato e colonizzatore glielo permetteva.
Così come, anni dopo, gli ha permesso di rivendicare tale atto.
Così come oggi quel ruolo permette a tutta una serie di personaggi pubblici imbarazzanti di difenderlo a spada tratta.
In realtà quello che stanno difendendo è il loro privilegio. Lo stesso di quegli italiani che qui quando sentono “pedofilo” urlano allo scempio, mentre rivendicano con baldanza il turismo sessuale, che in certi luoghi del mondo si trasforma in abuso di minori più o meno legalizzato.
Abbiamo scritto questo per dire che siamo stanchi di questo uso della storia come strumento per assolvere le classi dirigenti del passato, tanto sottile che molti sfruttati di oggi lo adoperano in maniera inconsapevole, non capendo come questo finisca per giustificare le violenze, gli abusi, le ingiustizie che ogni giorno portano sulle spalle.
Si può scegliere di leggere il passato come epopea degli uomini di potere. E purtroppo questa è la chiave che va per la maggiore. Oppure si può leggere il passato come la storia di chi quel potere lo ha subito ma anche combattuto, facendo avanzare l’asticella della qualità della vita dei morti di fame.
Per noi la Storia è degli oppressi.
E gli oppressi scrivono la Storia
Per questo stiamo con quella bambina eritrea e lasceremmo che fossero i suoi discendenti a decidere cosa fare di Montanelli e di tutto il suo portato, mediocre sul piano politico e abietto su quello umano.

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