di Fosco Taccini

Da alcune settimane, stiamo navigando in questa fase 2 dell’emergenza Covid-19 e ancora la rotta appare piuttosto incerta. Molti aspetti continuano a non essere affrontati nel modo più appropriato. E, inoltre, molte tematiche sembrano completamente scomparse dai radar della politica. In questo quadro, ospite di questo nuovo ciclo di interviste è Stefano Vinti: ex Assessore Politiche della casa Regione Umbria, amministratore locale, attivo da sempre nella politica regionale e nazionale.

Ciao Stefano, partiamo subito con un tuo giudizio su questa cosiddetta fase 2 a livello regionale e anche nazionale.

“Il governo Conte bis ha saputo gestire la drammatica e inaspettata crisi pandemica. La fase 2, a tutti i livelli, non deve essere un ritorno a come eravamo, oppure un ripristino dell’ordine delle cose preesistenti al Covid-19. La proposta del Recovery fund, che investe sull’intervento pubblico sia a fondo perduto - in una forma assolutamente inedita - sia come prestito, per i tempi, presenta soluzioni gestibili per il nostro Paese. Sembra, infatti, che sia in atto una svolta epocale: una sorta di cambio di paradigma europeo che per effetto collaterale della pandemia , potrebbe aprire dei varchi nell’ideologia ordoliberista e delle politiche di austerità con una disponibilità finanziaria complessiva tale comparabile al Piano Marshall del dopoguerra.  Quindi, questo rappresenta un’occasione unica per il nostro Paese e anche per l’Umbria. Inoltre questo percorso potrebbe consentire di  contrastare, nel breve periodo, la crescente rabbia sociale”.

Quali peculiarità avrà l’azione politica a sinistra in futuro?

“La politica della sinistra è relegata nei confini del governo, a un livello esclusivamente istituzionale, che la rende praticamente invisibile e ininfluente. Prendiamo ad esempio la proposta della Von der Leyen, contrastata anche da alcuni ordoliberisti. In Italia e in Umbria probabilmente non ci sarà il contributo efficace di una sinistra organizzata capace di interpretare il cambiamento necessario e auspicato nonché sostenere il braccio di ferro che si aprirà sulla destinazione delle risorse. Quindi, a sinistra in futuro sarà necessario un nuovo modo di intendere di fare politica. Quello che di sicuro non abbiamo bisogno è della solita retorica liberista come nel caso del Piano Colao. Ma c’è bisogno di una programmazione alternativa su come uscire dalla crisi. Alcune ipotesi si potrebbero riagganciare alla visone di Papa Francesco sull’ambiente, sull’economia e sul sociale”.

Molti temi sono praticamente scomparsi dal dibattito politico. A tuo avviso quali sono quelli che più mancano?

“Indubbiamente, la pandemia ha posto in primo piano la questione della sanità pubblica e del territorio. Infatti la sanità è stata letteralmente massacrata da anni di scelte incomprensibili e liberiste. Inoltre è necessario tornare ad agire contro un’economia insensibile di fronte alla distruzione dell’ambiente e delle risorse. Mentre dei temi di cui è urgente tornare a parlare sono: un nuovo welfare che ponga come centrale il reddito di base; la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario; la scuola e l’università (e tutto il sapere) devono essere valorizzati come beni pubblici. Questi sono temi, inoltre, che rischiano seriamente di essere soffocati dall’egoismo di Confindustria e dall’Autonomia regionale differenziata”.

Ti sei più volte espresso a sostegno dello sport dilettantistico. È uno dei settori pesantemente colpiti dall’emergenza sanitaria. È stato fatto abbastanza per sostenerlo?

“Sì, le attività motorie e la pratica dello sport di base devono essere un diritto di tutte le cittadine e di tutti i cittadini, indipendentemente dal reddito. Il diritto all’attività motoria deve essere ripubblicizzato, messo in stesso rapporto con le politiche sanitarie e utilizzato come potente strumento per il benessere pubblico, il cambiamento degli stili di vita e la prevenzione delle malattie croniche, che sono in rapido aumento”.

Usando un termine sportivo, che partita sta giocando la sinistra in questa situazione?

“La sinistra politica è composta di tante formazioni, ma divise e frammentate. Molte delle quali sono oltretutto generose. L’aspetto sociale fondamentalmente c’è, anche con tanti limiti ed errori. Infatti, la sinistra è presente sul sindacalismo di base, in nuove forme mutualistiche. Ma è incapace di costruire un fronte ampio di massa e moderno in grado di porre al centro la questione della lotta alle diseguaglianze, dal potenziamento dei diritti sociali, dell’accoglienza e della pace. Manca una nuova forza politica unitaria, rappresentativa del lavoro e dei lavoratori, capace di ricostruire unità e identità dei precari, dei senza lavoro, del lavoro di cura, della contraddizione capitale-ambiente e di quella di genere, rappresentativa e attrattiva della nuove generazioni. Serve, quindi, una nuova forza unitaria capace di rilanciare, su basi nuove, la lotta per l’uguaglianza e un’incisiva politica di contrasto della povertà, alla precarietà del lavoro e della vita, alle nuove tipologie di sfruttamento e di alienazione del lavoro, comprese quelle derivanti dal capitalismo digitale, per i diritti lgbtqi, al mutamento climatico ad alla crisi ecologica, ad ogni forma di discriminazione e razzismo,per una società libera dal bisogno”.

Molte volte in questo periodo è stato detto nulla sarà come prima. Cosa caratterizzerà in positivo e in negativo il futuro prossimo?

“Molto dipenderà dalla risposta che verranno date allo scompaginamento sociale che sta sconvolgendo il nostro Paese, dalle risposte che saranno date e in che tempi alle diseguaglianze e alla nuova povertà che la pandemia ha scoperchiato e approfondito. Dipenderà da quali risposte saranno date alla rabbia sociale crescente, e anche dalla capacità del governo Conte bis di sottrarre alla destra fascio leghista e confindustriale la rappresentanza di ampi strati popolari, dei commercianti e liberi professionisti”.

Immagina di dover scrivere un manifesto politico per i prossimi mesi, quali punti cardine inseriresti?

“Solo per fare i titoli di ogni capito, che andrebbero sviluppati ulteriormente: reddito di base, riduzione dell’orario di lavoro, patrimoniale per i redditi dei milionari e miliardari, riforma fiscale progressiva, web tax, esenzione totale dalle tasse per i redditi bassi, investimenti sulla difesa e sicurezza del territorio, sulla sanità e la scuola”.

In conclusione di questa intervista hai una citazione evocata da questo momento?

“Con il centrodestra al governo non sarebbero bastati i cimiteri (Pier Luigi Bersani)”.

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