Test sierologici in Umbria, “Abbiamo bisogno di chiarezza”
PERUGIA . “Dopo le inchieste giornalistiche delle scorse settimane e il servizio di Report di ieri sera, abbiamo capito perché, sui test sierologici acquistati dalla Giunta Tesei, la Lega ci ha impedito di fare domande e ottenere risposte. Bloccando l'accesso agli atti, non rispondendo alle nostre domande e infine sabotando i lavori del Comitato di Controllo”. A denunciarlo il capogruppo regionale del Pd, Tommaso Bori
“Sin dall'inizio – ricorda Bori - abbiamo detto che su questa vicenda i conti non tornavano: una spesa di quasi 300mila euro per 15mila test, a 19,50 euro ciascuno quando altre regioni li hanno comprati tra i 5 e i 9 euro. Per un prodotto che destava molte perplessità anche dal punto di vista dell'affidabilità, dal momento che fu testato prima dell'acquisto soltanto su 2 pazienti affetti da Covid-19 ed il risultato di uno dei due test risultò un falso negativo. Con dei valori di sensibilità totalmente diversi da quelli dichiarati sul foglietto illustrativo”.
“E poi la scoperta che non sono prodotti in Italia, come dichiarato in delibera, ma in Cina e soltanto riconfezionati qui. Poi rivenduti alla Regione dalla V.I.M. di Città di Castello, società di Vincenzo Monetti, immortalato alla cena elettorale della presidente Tesei mentre la abbraccia.
“Oggi – assicura Bori - in Consiglio regionale chiederemo per l'ennesima volta delle risposte.
Dopo le indagini in corso della magistratura contabile e dopo tutto quello che è emerso dalla stampa, noi vogliamo avere, finalmente, delle risposte. Risposte che meritiamo non noi, ma i cittadini umbri.E non intendiamo arretrare di un millimetro finché non avremo raggiunto la verità”.

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