di Paolo Brutti.

Due pensieri sul politically correct. Il primo se sia giusto personalizzare il giudizio su Trump riducendolo ad un bersaglio. La confutazione ad hominem deve lasciare posto a quella ad rem? Penso che sia impossibile separare l’uomo dalle sue azioni anche perché compie azioni col tratto dell’imperio. E a tiranno attiene il tirannicidio perché la soppressione della persona è tutt’uno con la cancellazione della sua azione. Cercherò di dimostrarlo.
Il secondo è se Dante sia omofobo, islamofobo, blasfemo contro la Chiesa e anti italiano, tanto da obbligarne una lettura purgata, guidata e comunque non fondamentale nella scuola italiana, europea e mondiale. Non si tratta di una domanda bizzarra ma di una richiesta di un’associazione promossa dsll’ONU che ha esaminato la Divina Commedia sotto questo profilo. Cercherò di mostrarne la inconsistenza. A proposito dove avrebbe messo Trump nel suo inferno Dante? Penso nella prima bolgia dell’ottavo cerchio, quella dei ruffiani e dei seduttori, quella di Taide.
Che Trump sia un malvivente in senso proprio, un gangster del gioco d’azzardo legato alla destra razzista del KKK e ai suprematisti bianchi è cosa nota. Gli americani lo hanno eletto, anche se per effetto di una legge elettorale per cui, direbbe Flaiano, si perdon voti e si conquistan seggi, e io rispetto anche quella strana democrazia. Però il suo istinto violento è uno dei problemi del mondo. Incita alla violenza, spinge la polizia ad omicidi di innocenti, arresta oltre 10 mila persone e si erge su queste macerie con la Bibbia in mano. Neppure la moglie lo sopporta più. Il vecchio puttaniere non ha con se neppure i militari. Spero proprio che la sua parabola finisca con lo stato comatoso dell’economia americana e con le marce contro il razzismo e per una pace nella giustizia. Punto.
Dante. Fu uomo del suo tempo in una lotta politica complessa e dura. Sostenne il partito dell’Impero contro una Chiesa avvinghiata al re di Francia. Aveva una pessima idea dell’Italia delle Signorie.
Aveva visto il regno di Federico II e ne era affascinato. In qualche modo non sarebbe improprio farne il massimo poeta dell’Europa. Firenze dei Guelfi Neri gli pareva una bolgia infernale. Fu accusato di pederastia per quella sua amicizia chiacchierata con Brunetto Latini. Forse anche per questo caricò le pene per i sodomiti in un tempo in cui l’omosessualità era un reato, come nell’Inghilterra di Alain Turing di appena sessanta anni fa. Fu islamofobo? Come si poteva esserlo in tempi vicini alle Crociate e mentre l’Europa perdeva tutto il medio oriente e il regno di Gerusalemme. Islamofobo in senso religioso? Non mi sembra visto che considerò l’Islam una eresia e non una religione del tutto estranea al mondo Cristiano. Fu un poeta immenso e il cardine della nostra lingua. Ma chi se ne frega del giudizio del Gherush92. Anche Omero era un po’ maschilista ma che vogliamo mettere il brivido di Ettore domatore di cavalli?

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