In seguito alla proclamazione di otto ore di sciopero alla Perugina Nestlè per domani, venerdì 5 giugno, con presidio dei lavoratori davanti ai cancelli della fabbrica di San Sisto dalle ore 6.00 fino alle ore 10.00 il segretario generale della Cgil dell'Umbria, Manlio Mariotti, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.
“La decisione di Nestlé di cedere a Bauli i marchi Motta e Alemagna e le attività produttive di panettoni e colombe non può che destare inquietanti interrogativi e forti preoccupazioni nei lavoratori di Perugina e nel Sindacato.
Un atteggiamento, quello di Nestlé, che profila problemi molto seri tanto di metodo quanto di merito. La risposta dei lavoratori di San Sisto, con la proclamazione dello sciopero di 8 ore per domani venerdì 5 giugno, la possibilità che a questo inizio di mobilitazione possa far seguito, se Nestlé continuasse a non dare le risposte e i chiarimenti necessari, una manifestazione nazionale dell’intero Gruppo, dimostrano la determinazione con la quale maestranze e sindacato intendono contrastare i comportamenti di Nestlé e gli effetti negativi che potrebbero derivarne.
E’ incomprensibile che in una situazione di così acuta crisi economica, con il prospettarsi, per il paese, di una vera e propria emergenza occupazionale, con il rischio di un incrudirsi dei conflitti sociali, con la sempre più avvertita esigenza di preservare, in un così difficile e complesso passaggio, le condizioni di unità e coesione sociale, la Nestlé decida di modificare strutturalmente e strategicamente la sua presenza industriale in Italia senza informare, discutere, confrontarsi con il sindacato.
Nessuno può pensare, tanto meno Nestlé Italia, di utilizzare la crisi e le ripercussioni che ne conseguono per (ri)affermare una concezione unilaterale del governo del sistema delle relazioni sociali e industriali in Italia e in Umbria.
Segnali sbagliati in tal senso si sono già verificati anche nel clima e nei metodi di gestione del personale all’interno dello stabilimento di San Sisto. Così facendo si alimenta il conflitto, si rende più difficile la ricerca di soluzioni appropriate, si può mettere seriamente in discussione un proficuo e costruttivo percorso di relazioni industriali che ha segnato le vicende sindacali di Nestlé Perugina negli ultimi anni.
Peraltro le incognite che la cessione di Motta e Alemagna potrebbero determinare sui livelli produttivi ed occupazionali dello stabilimento di San Sisto e la vicenda del mancato rinnovo del contratto di appalto di Nestlé con la Cooperativa Euroservice di Castiglione del Lago, con la conseguente messa in discussione per oltre 100 donne del loro posto di lavoro, necessitano di risposte chiare, garanzie precise e di una piena assunzione di responsabilità da parte di Nestlé Italia.
L’Umbria già sta pagando un pesante tributo alla recessione economica, non possiamo permettere che si aggravi ulteriormente né tantomeno che qualcuno possa pensare di decidere scelte fondamentali per il suo futuro senza voler riconoscere né il ruolo e né le ragioni dei lavoratori e delle Organizzazioni Sindacali”.
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