Riciclo rifiuti, centri di riuso chiusi ma il progetto Subtract non si ferma
Secondo incontro tra i sette partner europei di cui l’Auri è capofila - Nel post-Coronavirus i centri diventano ancora più importanti per un’ ‘Europa verde’ e come esperienza che genera posti di lavoro
(AVInews) – Perugia, 7 mag. – Si è tenuto il secondo ‘project meeting’ tra i sette partner europei che aderiscono a Subtract, un progetto del programma Interreg Europe che si propone di aumentare la sostenibilità economica e la competitività, e sviluppare la potenzialità dei centri di riuso, centri nati per dare una seconda vita ai tanti oggetti che altrimenti finirebbero in discarica. Tra i partecipanti all’incontro, accanto ai partner di Svezia, Finlandia, Belgio, Austria, Slovenia e Spagna, ciascuno collegato dal proprio ‘home office’, c’era l’Autorità umbra per rifiuti e idrico (Auri), lead partner del progetto.
“I centri di riuso – ha spiegato il direttore di Auri Giuseppe Rossi – attualmente sono chiusi in tutti i nostri Paesi. Ciò non rende il progetto Subtract meno importante. Anzi, nel periodo post-coronavirus una ‘ripresa verso un’Europa più resiliente, verde e digitale’, nelle parole di Ursula von der Leyen, presidente dell'Unione europea, ‘sarà decisiva per il futuro del nostro ambiente e della nostra economia’”.
“Dopo l’incontro di partenza, in ottobre – ha raccontato Rossi –, che ha visto la visita guidata al centro di riuso di Perugia e due giorni di lavoro sul ruolo dei centri di riuso in sette paesi europei, in questo secondo incontro i partner hanno lavorato alla preparazione delle visite di studio previste per l’autunno, visite che hanno l’obiettivo di far apprendere sul posto i vari modelli per la gestione dei centri di riuso, intesi come elementi di un’economia circolare che si basa sulle risorse del territorio e come esperienza che genera posti di lavoro. In Umbria sono due i centri di riuso in funzione, a Perugia e Marsciano, sei sono in fase di partenza a Gubbio, Umbertide, Gualdo Tadino, Corciano, e Panicale, mentre tre sono ancora da realizzare a Bastia Umbra, Foligno e Terni”.
“In questo momento di emergenza – ha commentato Rossi – la nostra priorità di sicuro deve essere garantire i servizi connessi a rifiuti e acqua per l’Umbria. Ma è altrettanto certo che sarebbe irresponsabile aspettare il periodo post-Coronavirus per cominciare a farsi delle idee di come far ripartire un’economia che sta subendo danni pesanti e avrà bisogno di un forte impulso di innovazione con l’economia circolare e un forte radicamento territoriale come idee guida. I centri di riuso avranno un ruolo importante anche come catalizzatori per fare economia con l’attenzione alla resilienza e alla produzione di valore aggiunto sul luogo”.

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