NORCIA - "Ho provato un sentimento di amarezza e delusione nel sentire il presidente del Consiglio dei ministri a Genova ricordare che la conclusione dei lavori del ponte erano la prova che lo Stato non si sarebbe dimenticato di quella terra. Anche nelle zone terremotate i Governi avevano promesso che non ci avrebbero lasciati soli, ma sono passati quattro anni e la ricostruzione è invece ancora ferma": così mons. Renato Boccardo, vescovo di Spoleto-Norcia, al termine della messa, celebrata in solitaria, nella frazione di Campi.

"Mi rallegro che il ponte di Genova sia stato concluso - ha spiegato il presule - e un pensiero va sempre alle vittime di quella tragedia, ma allo stesso tempo viene da chiederci se le comunicazioni e la finanza abbiano più importanza delle 1.700 persone di Norcia, Cascia e Preci che vivono fuori dalle loro case".

Il vescovo ha parlato di "ennesimo grido di allarme e di aiuto". "Chi è preposto - ha aggiunto - abbia il coraggio di prendere decisioni efficaci e immediate per avviare velocemente la ricostruzione".

A mons. Boccardo vanno comunque ricordate le parola pronunciate solo poche ore fa dal sindaco di Norcia, Nicola Alemanno (non certo un fan del governo attuale), che ha espresso soddisfazione per i primi passi compiuti dal nuovo commissario straordinario per la ricostruzione Legnini.

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