di Nicola Bossi Se i socialisti non se la passano bene anche i comunisti non vanno a mille. Quelli dell'area Vendola subiscono la forte concorrenza dei socialisti che non ci stanno proprio a cedere posti in tempi di magra. "Abbiamo messo soldi, candidati e sedi: e loro invece concentrato i voti su pochi uomini per batterci alle preferenze": è stato questo lo sfogo di un pezzo grosso di Sinistra e Libertà. La strategia vale sia per Terni - dove Cavicchioli si gioca tutto - che per Perugia. Gli animi sono caldi. Poi c'è la diatriba dei Comunisti Italiani con Rifondazione Comunista in provincia di Perugia. I due leader non si amano: Vinti e Carpinelli. Non faranno mai l'accordo. E a Perugia di liste con la falce e martello ce ne sono due. E con due politiche totalmente opposte. Dove la loro voce arriva più smorzata - vedi Terni - l'unità c'è nei fatti e nelle liste. Il piccolo capolavoro di Stufara dà futuro ad un movimento che vive giorni non tanto di gloria. L'unità ternana è la via del rilancio. Alle europee a Perugia se arriva Ferrero in piazza non c'è nessuno del Pdci, se arriva uno dei Diliberto Boy's non c'è nessuno di Rifondazione. E per fortuna che il cartello elettorale dopo le urne dovrà diventare qualcosa di più. La linea ternana è quella a cui aggrapparsi con forza. Poi c'è Sinistra Critica: ovvero c'è e non c'è. Alle Europee non c'è. Alle comunali ci poteva essere soprattutto a Bastia, ma il suo uomo di spicco Luigino Ciotti ha preferito un polo politico-civico: più presentabile agli occhi dei cittadini stufi dell'ideologie? Forse sì. Poi però alle provinciali torna il simbolo e la voglia di rosicchiare voti senza nessuna speranza di elezione a Rifondazione e centrosinistra. Infine ci sono quelli di Ferrando. Si presentano alle europee: in quattro regioni (la circoscrizione centro) presentano 5 candidati soltanto. Ma se non hai truppe perchè dovresti avere voti? Condividi