di Stefano Vinti.

"Non siamo fuori da questa tempesta epidemica", ribadisce Franco Locatelli, autorevole membro del Comitato tecnico scentifico. Quindi, servono passi graduali, che consentano immediate chiusure se dovessero divampare nuovi focolai del Codiv-19. Si conferma, giustamente, il 'restare a casa' e l'obbligo della 'autocertificazione'. Chi esce deve avere un motivo valido per farlo:lavoro, spesa, visite mediche, a cui si aggiunge 'visita ai congiunti'. Purchè stiano nella stessa regione di residenza. La mobilità resta individuale e solo tra familiari. Il nodo trasporti non è risolto, ci saranno metodi di distanziamento alle fermate e alle stazioni, ma è ancora da chiarire come funzionerà a bordo.
Pertanto, dal 4 maggio la vera novità riguarda le attività produttive:ripartono industria manufatturiera ed edilizia, compreso il commercio all'ingrosso che riguarda questi due settori. Restano chiusi in negozi (riaprono il 18 maggio), mentre dovrebbero riaprire il primo giugno parrucchieri, centri estetici, bar e ristoranti ( chepotranno attivare da oggi il servizio da asporto).
A fronte dei 26.644 (ventiseimilaseicentoquarantaquattro) ammazzati dal Codiv-19 (quelli ufficiali...) che cosa doveva fare il governo, darvi il 'libera tutti' per vedere in quanto tempo riusciamo ad arrivare a 100.000 morti? Condivido la linea del governo per la fase 2. Ovviamente tralascio considerazioni sul rapporto democrazia-politica-economia nel tempo della pandemia, l'errore imperdonabile di non aver varato il 'reddito di base/ di quarantena per tutti', il non predisporre una 'patrimoniale' per i milionari e i miliardari...ecc. Ma rispetto alle critiche cialtronesche che leggo, Confindustria, gerarchie vaticane, destra politica, mi tocca dire che i provvedimenti del governo Conte, dato il contesto culturale ed economico e i rapporti di forza politici, sono il meno peggio di quello che ci poteva toccare.

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