In uno studio del 'Boston Consulting Group' del 2019, sulla ricchezza nel mondo, si evince anche quanti e di quanto siano ricchi, i veri ricchi, in Italia. Il nostro Paese figura al non posto nel numero di milionari, con ben 5 mila miliardi di ricchezza finanziaria personale sulla ricchezza privata complessiva (finanziaria e immobiliare al 95%) che si aggira sui 9 mila miliardi di euro. In Italia,il 60% della ricchezza privata è in meno di un ristrettissimo numero di persone. Nella graduatoria dei Paesi con persone dotate di un patrimonio superiore a 100 milioni, l'Italia è in quinta posizione, con il 4% di super ricchi di tutto il pianeta.
Nel mondo le persone con un patrimonio compreso tra i 250 mila e 1 milione di dollare sono circa 76 milioni, in Italia sono 1,4 milioni di persone, mentre i milionari veri e propri costituiscono un gruppo ristretto di 400 mila persone su 60 milioni di abitanti, molto meno del 1%.
In Italia appena si accenna alla 'patrimoniale' si scatena un fuoco di sbarramento impressionante.
In effetti, in passato, la tassa patrimoniale ha avuto una estensione che non ha riguardato solo i ricchi ma un pò tutti i 'poveri cristi'.
La legge finanziaria del governo Amato, del lontano 1992, introdusse l'Imposta Straordinaria sugli Immobili oltre che un prelievo forzato sui conti correnti (con l'opposizione feroce della neonata Rifondazione comunista, guidata in Parlamento dal compianto Lucio Libertini), e poi si sono inventata l'ICI, poi l'IMU che in un primo tempo colpiva tutte le abitazioni, che nel corso degli anni, saggiamente, è stata riconvertita esludendo le prime case.
Tutte imposte sul patrimonio immobiliare, che però in passato hanno riguardato, in modo ingiusto, anche chi aveva una sola casa o aveva ancora un mutuo in corso, ed non era ancora pienamente proprietario dell'abitazione.
Quindi il termine patrimoniale può facilmente prestarsi a strumentalizzazioni politiche, in particolare dai 'cani da guardia' degli interessi materiali delle caste di varie specie e dei ceti sociali parassitari.
La questione dalla enorme appropriazione privata della ricchezza nazionale e delle smisurate disegualianze sociali, economiche e culturali che ne derivano, verrà accentuata e accellerata spaventosamente dalla recessione causata dalla pandemia in atto.
Quindi, il problema della redistribuzione della ricchezza, anche attraverso una patrimoniale per i miliardari e i milionari, si pone cocretamente, da oggi.

Stefano Vinti
Associazione culturale Umbrialeft

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