Bernie sempre Bernie, fortissimamente Bernie
di Fosco Taccini
Bernie Sanders, a causa dell'emergenza Coronavirus e dopo una serie di pressioni provenienti anche dall'interno del suo partito, ha deciso di rinunciare alla sua candidatura per le primarie del Partito Democratico. Infatti, Sanders, durante i 21 minuti della sua comunicazione, ha espresso tutta la sofferenza per la sua decisione, ma ha lanciato anche un messaggio di speranza per tutti i suoi sostenitori: “È una scelta dolorosa, ma il movimento vive ancora”; precisando inoltre che il suo impegno per la giustizia continuerà.
Con il ritiro di Sanders si chiude la competizione per la nomination democratica. Quindi, Joe Biden, 77 anni, ex vice presidente durante l'amministrazione Barack Obama, sarà lo sfidante di Donald Trump per la corsa alla Casa Bianca nelle elezioni presidenziali di novembre. Due sfide si delineano nell’immediato futuro di Biden: dovrà conquistare il voto dei sostenitori di Sanders e riuscire a riportare alle urne l'elettorato di sinistra. Infatti, oggi, grazie all’azione di Sanders, il Partito Democratico americano è più spostato a sinistra rispetto a quattro anni fa su molti temi come assistenza sanitaria, istruzione gratuita, ambiente, tasse per i ricchi; ma, nonostante tutto, non esiste ancora una sinistra all’interno del partito. Pensiamo solo a uno dei temi citati, la sanità (il Medicare for All), in questo momento gravissimo segnato dalla pandemia Covid19 è un aspetto che riguarda la vita di milioni di americani. “Questa orrenda pandemia di Coronavirus ha mostrato a tutti quanto sia assurdo un sistema basato sulle assicurazioni sanitarie private legate al posto di lavoro”, così Sanders ha sottolineato il punto nel suo discorso.
La corsa alla nomination per il Partito Democratico a stelle e strisce è stata segnata, probabilmente, dalla volontà dell’establishment di impostarla come una selezione a senso unico per il candidato più idoneo (sulla carta ma non è detto nella realtà) a battere The Donald. Pertanto, sono stati oscurati i temi che avrebbero dovuto caratterizzare i programmi dei candidati, e in questo modo è stata smorzata progressivamente l’efficacia della comunicazione soprattutto di Sanders.
L’impegno politico di Bernie Sanders, nonostante l’epilogo di questa campagna elettorale, continuerà e le sue idee saranno fonte di ispirazione per milioni di persone che desiderano il vero cambiamento. Il socialismo democratico e la visione radicale del senatore del Vermont ha fatto da volano per l’ascesa di nuove figure all’interno del partito (come Alexandria Ocasio Cortez), ha sensibilizzato l’opinione pubblica su temi fondamentali per il futuro (solo per citarne alcuni: i cambiamenti climatici, le diseguaglianze, i salari) e coinvolto direttamente moltissimi giovani. Analizzando con attenzione i dati della campagna elettorale, emerge che la fetta di ‘giovani’ mobilitati da Sanders è particolarmente variegata, infatti il senatore del Vermont ha ottenuto largo consenso tra chi ha meno di 45 anni; quindi, non solo dai ventenni.
Avanti, quindi, con tenacia e determinazione: “Noi non siamo mai stati solamente una organizzazione elettorale: eravamo, e siamo, un movimento di base multirazziale e multiculturale”, con la forza di queste parole Sanders ha incoraggiato i suoi delegati che parteciperanno alla convention democratica a Milwuakee nel mese di agosto.
In questa difficilissima situazione, i vecchi schemi della politica non raggiungono più il cuore e la mente delle persone. Sono necessarie, perciò, posizioni definite e certe su tutti gli aspetti che riguardano la vita concreta delle persone dalla salute al lavoro, dall’ambiente a un nuovo modello di sviluppo, dall’istruzione al contrasto delle diseguaglianze. Quindi, è necessaria una chiara e consapevole visione del futuro. La politica, pertanto, dovrebbe utilizzare questa fase per ridurre il divario che si era consolidato tra le proposte messe in campo e quanto a gran voce veniva (e viene) richiesto dai cittadini.
Le vecchie modalità di assetto, anche per le presidenziali americane dovrebbero far riflettere sulla veridicità delle possibilità di vittoria conquistando consensi al centro o mettendo in campo il candidato con maggiore “electability” e “likeability”.
L’emergenza Coronavirus lascerà pesanti conseguenze nell’economia e nella vita sociale, quindi qualora si dovesse concretizzare una vittoria democratica alle presidenziali, alcune posizioni chiave nella futura amministrazione (sanità, economia, welfare, lavoro) dovranno essere gestite da figure che condividono l’impostazione e l’agenda politica di Bernie Sanders.




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