PERUGIA - Il 63esimo anniversario della fondazione della Repubblica e' stato celebrato in Umbria con varie cerimonie nel capoluogo, a Terni, Foligno e Citta' di Castello.
A Terni, la Costituzione e' stata consegnata ai giovani che hanno compiuto il 18esimo anno di eta'. In Prefettura a Perugia, alla presenza delle autorita' cittadine e regionali e' intervenuto il complesso bandistico ''Citta' di Norcia'' che ha prima sfilato per corso Vannucci e poi eseguito l'Inno di Mameli. Il Prefetto Enrico Laudanna dopo un breve indirizzo di saluto ha letto il Messaggio del Presidente della Repubblica, consegnado successivamente diplomi e le onorificenze all'ordine e merito della Repubblica.
A Foligno una manifestazione si e' svolta in piazza della Repubblica. Di fronte al Gonfalone della citta', al Picchetto d'onore del Centro di selezione e reclutamento nazionale dell'esercito schierato per l'occasione, alle associazioni combattentistiche e d'arma, e alle rappresentanze dell'Anpi, dell'Aned, della Croce Rossa Italiana e della Croce Bianca, la cerimonia ha visto la deposizione di una corona d'alloro alle lapidi dei caduti di tutte le guerre e della guerra di liberazione al nazi fascismo.
Il sindaco di Foligno, Manlio Marini, ha ribadito ''il valore simbolico delle Festa del 2 giugno, festivita' - ha detto - di tutto il popolo italiano''. Marini ha ricordato come la nascita della Repubblica Italiana, sia stata la naturale conclusione di quel sollevamento democratico e popolare che porto' alla resistenza prima e alla guerra di Liberazione , poi. ''In questi 63 anni di democrazia - ha sottolineato - la Repubblica ha dovuto affrontare pericolosi attacchi, che hanno piu' volte cercato di minarne le fondamenta, come: la strategia della tensione degli anni '70, con le bombe di Piazza Fontana a Milano, di piazza della Loggia a Brescia e gli attentati al treno Italicus e alla stazione ferroviaria di Bologna''.
Il sindaco ha evidenziato gli altri ''tumori'' della societa' italiana: mafia, camorra e ''ndrangheta, associazioni criminali che hanno cercato e stanno cercando di impossessarsi di parti del territorio italiano. Dopo aver ricordato i numerosi martiri della Repubblica, dai giornalisti Tobagi e Casalegno, ad Aldo Moro, dall'operaio Guido Rossa, ai professor Bachetet, D'Antona e Biagi, fino ai caduti illustri per mano della mafia, come Falcone Boresllino, Chinnici, Terranova e Impastato, il sindaco di Foligno Marini ha concluso, auspicando che ''la nostra Repubblica, come ha saputo fronteggiare gli attacchi del terrorismo e della criminalita', sappia anche fermare anche le tanti morti ingiuste che avvengono ogni giorno nel mondo del lavoro, vittime innocenti da equiparare ai nostri soldati che hanno perso la vita nelle varie missioni di pace''.
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