Coronavirus/ Spedito in Umbria da “professore” tornerà al Nord da “studentello"
PERUGIA – Passato il lamento nei confronti del governo nazionale intonato dai leghisti nostrani dopo il la lanciato loro dalla governatrice Tesei, seguita a ruota dai sindaci del carroccio, dai parlamentari, dai dirigenti politici ai vari livelli fino ad arrivare al consiglieri regionali, la Lega umbra si trova in imbarazzo visto che, contrariamente a quanto aveva asserito in campagna elettorale, fidandosi della parola di Matteo Salvini, la nostra tanto bistrattata sanità, basata fondamentalmente sulla priorità delle strutture pubbliche rispetto a quelle private, ha ottenuto nella lotta al Coronavirus risultati infinitamente superiori rispetto a quella praticata dai maestri lombardo-veneti. I numeri, nella loro crudezza, sono li a dimostrarlo e di ciò hanno dovuto prendere atto anche i plenipotenziari speditici dalla padania per insegnarci come si deve fare. Fra questi anche il capintesta, geometra Luca Cosetto, che, nominato dalla nostra governatrice assessore alla sanità, si è dato da fare per giustificare il non misero “stipendio” che noi umbri gli paghiamo mensilmente, guardandosi bene dal riconoscere di essere stato favorito ds un’organizzazione sanitaria di primissimo ordine che si è immediatamente adeguata alla incombente necessità, senza mai andare in affanno nell’affrontare l’emergenza, sostenuta anche da una efficientissima Protezione Civile regionale la cui fondazione risale al postsisma che aveva colpito l’Appennino umbro-marchigiano in tempi ormai remoti
In sostanza l’assessore Coletto, giunto in Umbria nella veste del professore supponente che avrebbe dovuto insegnarci “come si fa”, quando e se farà rientro nella sua terra di origine lo farà nella non brillante veste dello studentello presuntuosetto mandato ripetute volte a meditare dietro la lavagna da chi ne sapeva assai più di lui.
Inviatoci da Matteo Salvini, alla guida di un nutrito manipolo di suoi corregionali con il preciso compito di distruggere il nostro e “antieconomico” sistema sanitario, Coletto ha dovuto prendere atto che così non era ed allora, per giustificare la sua presenza qui da noi se n’è uscito con delle trovate che sono servite da diversivo, come quella dell’acquisto (sempre seguendo lo schema lombardo-veneto) dei 15 mila kit ultraveloci (giudicati dall’Oms perfettamente inutili) per monitorare al massimo la popolazione regionale, iniziativa che è stata colta al volo da una struttura sanitaria privata che, sfruttando la paura generale ingenerata dalla pandemia, aveva prontamente messo su, con tanto di liste d’attesa, un proficuo “commercio” a pagamento. Una vergogna che solo l’indignata e ferma denuncia della Cgil riusciva a stoppare. Altra trovata, della quale non si è poi saputo più nulla, quella delle unità mobili di volontari per andare a fare i tamponi direttamente a domicilio.
Fortuna vuole – ci si perdoni il termine inappropriato nella situazione drammatica che stiamo ancora vivendo – che i nostri ospiti veneti non abbiano fatto in tempo a portare a compimento il disegno che era stato loro affidato prima dell’arrivo della pandemia nel nostro Paese. Il coronavirus si è mosso assai più velocemente di loro.
Ci vengono comunque i brividi al solo pensare come ci saremmo trovati se fosse accaduto il incontrario, ovvero se la sanità pubblica umbra fosse stata smantellata a favore di quella privata, secondo – ci ripetiamo - il modello lombardo-veneto che tante buone prove ha dato di se. Taccia, quindi, la governatrice Tesei, che ha supinamente subito il diktat salviniano rendendoci colonia della Lega sino a non molto tempo fa Nord. E osservi almeno un minuto di silenzio anche l’assessore Coletto: il merito dell’exploit dell’Umbria a livello nazionale non lo si deve certo a loro.
Per ultimo, ma non ultimo, suggeriamo ai leghisti di casa nostra, se proprio vogliono rendersi utili, di chiedere al loro capo, Matteo Salvini, la restituzione dei 49 milioni di rimborsi elettorali sottratti agli italiani e nascosti chissà dove (accompagnati, magari, anche dai 70 milioni rubati alla sanità lombarda per soddisfare i sollazzi di Formigoni). Ci rendiamo conto che si tratta di briciole rispetto ai miliardi di euro stanziati dal Governo per combattere il virus, ed ai tanti ancora che dovrà sborsare sostenere chi non ha redditi e l’economia del Paese, ma ci si potrebbero comunque comprare alcune centinaia di quei ventilatori polmonari tanto invocati da Tesei & C.
ep

Recent comments
12 years 10 weeks ago
12 years 10 weeks ago
12 years 10 weeks ago
12 years 10 weeks ago
12 years 10 weeks ago
12 years 10 weeks ago
12 years 10 weeks ago
12 years 10 weeks ago
12 years 10 weeks ago
12 years 10 weeks ago