Il dieci marzo scorso la governatrice Donatella Tesei annuncia che la sua squadra di tecnici incaricata di elaborare il “Piano di gestione dei posti letto” per affrontare la pandemia di covid-19 ha individuato l’Ospedale di Pantalla per le cure a bassa intensità e l’Ospedale di Branca per quelle ad alta intensità. Vibrata protesta dei sindaci dell’eugubino-gualdese guidati dal sindaco di Gubbio Stirati che, l’11 marzo, alzano la voce e con motivazione risibili costringono la Tesei a sostituire Branca con l’ospedale di Città di Castello. Nel frattempo la Governatrice è impegnatissima, come i suoi colleghi Zaia e Fontana, ad attaccare il Governo perché non invia in Umbria i macchinari sanitari richiesti. 
Per tutti gli osservatori neutri a cominciare dall’Oms, il Governo italiano e il Ministro della Salute Roberto Speranza, si stanno comportando molto bene dopo le fisiologiche incertezze iniziali. Fenomenale Tesei, novella capitana Fracassa, ha capito come si fa a trovar consensi, severa, esigente e strepitante con Roma, indulgente e distratta e furbetta con l’Umbria. 
Il 18 marzo annuncia con toni drammatici che su 500 ventilatori polmonari disponibili Roma ne manderà solo 2 e tra 20 giorni. Cazzata immane, strumentalizzazione vergognosa. Il 21 marzo la Protezione Civile ha consegnato alla Regione 10 ventilatori polmonari; 5 per la terapia intensiva, 3 portatili e 2 per la terapia sub-intensiva. 
La Governatrice spara i suoi numeri e il plenipotenzario umbro della Lega, l’assessore Luca Coletto rialza la posta e dichiara una richiesta di 60 ventilatori contro la concessione di 28. Forse non si parlano o giocano al rilancio come i loro colleghi di Lombardia e Veneto. In ogni caso comunicazione confusa. Figura veramente meschina Governatrice. 
E visto che con tono perentorio aveva intimato l’invio entro dieci giorni, ora che i ventilatori sono arrivati dopo due giorni almeno chieda scusa agli umbri e alla Protezione Civile nazionale e cambi i toni del suo registro.
Anzi, sempre in nome della trasparenza e della utile e corretta comunicazione dica a tutti noi umbri che fine hanno fatto o faranno i quattro ventilatori polmonari e i 3 ecografi per la diagnosi precoce di polmoniti virali che, meritoriamente, la Colacem di Gubbio ha donato per far fronte all’emergenza all’Ospedale di Branca e dove verranno destinate le 8 apparecchiature simili offerte dal Cna, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato. Donazioni da apprezzare, esempi da seguire per centinaia di imprenditori. 
Magari faccia una bella conferenza stampa affiancata dal sindaco di Gubbio, Stirati e da quello di Gualdo Tadino, Presciutti. Siamo curiosi di sapere se dopo il grande rifiuto di quei sindaci di realizzare un reparto di terapia ad alta intensità a Branca, quei macchinari verranno dirottati in altri centri di cura oppure resteranno lì. Se poi non vuol fare una conferenza stampa emetta un bel comunicato firmato da tutti gli interessati. Non per la nostra curiosità ma per la domanda di trasparenza degli umbri. 
Questa emergenza, come tutte le emergenze,  rivela la natura delle persone, anche dei politici, il loro vero volto. Noi siamo convinti che riusciremo a vincere questa guerra solo dimostrando di essere una comunità regionale, nazionale ed internazionale unità e solidale. Lei Governatrice ha avuto un singolare viatico politico al fianco di Matteo Salvini nella campagna elettorale: lui cantava e lei ascoltava. Finita la scampagnata, bene per lei, è legittimo che provi a ripercorrere i suoi percorsi anche visto il sonno dell’opposizione. Ma non in un momento come questo che vede impegnato il mondo a combattere contro lo sconosciuto e temibile coronavirus. 
Comunicare non significa cambiare le carte in tavola, inventare storie, edulcorare la realtà, approfittare dei problemi per mettersi in mostra. Non significa confondere le acque e cambiare posizione tre volte al giorno per poi attaccare gli avversari politici al solo scopo di ricercare facile consenso. Tutto questo è riprovevole in ogni caso ma, come lei che ha cultura giuridica ci insegna, in tempi di guerra non è solo riprovevole ma è reato penale, almeno sul piano etico.

Articolo Uno Alta Valle del Tevere

 

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