Coronavirus/ Salgono a 164 i positivi in Umbria, ieri erano 143
PERUGIA - Dai dati aggiornati alla mezzanotte del 15 marzo, 164 persone in Umbria risultano positive al virus Covid-19, mentre i pazienti rimango 4.
Nella provincia di Perugia i positivi sono 104 e 60 in quella di Terni: di questi sono ricoverati in 45, di cui 29 nell'ospedale di Perugia e 16 in quello di Terni. 15 i ricoverati in terapia intensiva, 7 nell'ospedale di Perugia e 8 in quello di Terni.
Le persone in osservazione sfiorano quota duemila (sono 1995 per l’esattezza e di queste 1,428 si trovano nella provincia di Perugia e 567 in quella di Terni.
Nel complesso entro le ore 24 del 14 marzo, erano stati eseguiti 1093 tamponi e sempre alla stessa ora risultavano 420 soggetti usciti dall'isolamento di cui 287 nella provincia di Perugia e 133 in quella di Terni.
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Dati per certi versi interessanti, questi, visto che l’incremento dei soggetti positivi è stato di 31 unità rispetto alle 36 della precedente rilevazione. Interessante anche il dato degli usciti dall’isolamento: 420 rispetto ai precedenti 388, con un incremento, quindi, di 32 unità.
Parrebbe palesarsi dunque un primo timido rallentamento nella diffusione del virus, ma è ancora presto per esserne certi ed attendiamo con ansia i dati di domani per poter dire che i provvedimenti del governo stanno dando i giusti frutti.
Per il resto vorremmo vedere soddisfatta una nostra curiosità. Solitamente nel corso della settimana queste note vengono attribuite all’assessore veronese alla sanità umbra, il geom. Luca Coletto, salvo ad essere talvolta sostituito dal direttore regionale alla sanità, dr. Claudio Dario. Questa volta invece niente, il comunicato stampa è del tutto anonimo. Come mai?
Forse che l’assessore Coletto è andato nuovamente in trasferta in Veneto per il fine settimana, questa volta accompagnato, magari, dal suo corregionale?
Ci auguriamo di no perché se cosi fosse ci sarebbe da domandarsi con quale motivazione avrebbero motivato il loro spostamento, quando ad ogni normale cittadino si chiede di rimanere tappato in casa e di mettersi in auto solo per improrogabili e comprovate necessità di lavoro o familiari. Tanto più che il posto di lavoro dei due è ora in Umbria.
Saremmo comunque disposti a chiudere un occhio su questo particolare, solo se soprassedessero poi dal fare ritorno in Umbria, tanto per non essere contagiati.
Tanto più che, è palese, il nostro sistema sanitario pubblico non ha nulla da imparare da quello veneto-lombardo che sono venuti ad insegnarci, largamente privatizzato e che vorrebbero imporci. Un sistema che si è dimostrato totalmente impreparato ad affrontare l’attuale emergenza.

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