E' veramente kafkiano, come l'ha definito giustamente una nostra lettrice, ciò che sta accadendo riguardo al recupero della busta pesante nei confronti delle popolazioni terremotate di Umbria e Marche.
Non solo il governo nazionale è fermamente intenzionato ad operare un recupero di risorse che le discrimina rispetto a numerosi precedenti, ma lo sta facendo nel peggiore dei modi e non tanto per la scelta di un momento che è particolarmente difficile per un territorio profondamente colpito dalla crisi economica che ha imperversato con la chiusura di numerose attività e la perdita di tanti posti di lavoro, ma anche per le modalità assurde che sono state applicate in questa circostanza, a partire alla ingiunzione ai cittadini di ricostruire personalmente la loro posizione.
Ve lo immaginate un pensionato alle prese con una documentazione astrusa e di non facile reperimento: ci perderebbe la testa senza alcun costrutto ed alla fine sarebbe comunque costretto a ricorrere ad un esperto che, naturalmente, non lo assisterà gratuitamente.
Come osserva giustamente sempre la nostra lettrice, siamo di fronte ad una vessazione incredibile poiché le Agenzie delle Entrate hanno tutte le informazioni necessarie per definire la posizione di ogni interessato alla restituzione e non si capisce dunque il perché di questa crudeltà.
Ma per come stanno le cose il compito appare impossibile anche per un commercialista esperto, visto che non ci sono i codici tributo per poter pagare e addirittura il modello predisposto dall'Agenzia delle Entrate non agevola il compito visto che, tanto per fare un esempio, lo stramaledetto modello F24 che deve essere utilizzato per versare la prima delle 120 rate, ne contempla solo 100.
Tutto questo a pochi giorni ormai dalla fatidica data del 16 giugno entro la quale va compiuto questo adempimento. E se la data indicata non verrà rispettata saranno inevitabili altre spiacevoli conseguenze ancora.
Siamo, dunque, di fronte ad una vera e propria ingiustizia che si sta ancora una volta perpetrando ai danni dei più deboli, ai quali non si vuol concedere neppure il sollievo di una dilazione dei termini che a questo punto appare assolutamente indispensabile, almeno per dare soluzione a queste incongruenze.
E' vero, le istituzioni umbre ed anche le organizzazioni sindacali si sono fatte interpreti di questa necessità (ma non con la forza necessaria) per ottenere un rinvio almeno al 2010 di questa operazione che rimane comunque ingiusta. Senza nessun risultato però.
Ora, poiché tutto ciò si sta consumando nella quasi indifferenza dei mass media umbri e, di conseguenza anche dell'opinione pubblica regionale alla quale nel corso della campagna eletorale sono state sottoposte dibattute questioni sicuramente meno importanti rispetto a questa, riteniamo che sia per lo meno opportuno che i partiti impegnati a conquistare sino all'ultimo voto, ne facciano almeno nella settimana che ci resta da qui al ricorso alle urne l'argomento principale del dibattito politico.
Si sa come in circostanze del genere la sensibilità di certe forze politiche di governo costantemente attente agli umori dell'elettorato sia particolarmente sensibile ed è su questa loro debolezza che va dunque fatta leva per centrare l'obiettivo.
E, ne siamo certi, i partiti che si impegneranno in questa sacrosanta battaglia saranno ripagati per quanto avranno saputo fare.
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