CITTA’ DI CASTELLO - Il consigliere comunale di Città di Castello, Andrea Lignani Marchesani, Fratelli d’Italia, ha rivolto l’ennesima interpellanza sul tema al sindaco Bacchetta per chiedere di “farsi tramite con i deputati del territorio riguardo alla situazione del tratto umbro della E78, in particolare a seguito della pubblicazione di uno studio sullo stato di attuazione della cosiddetta legge Obiettivo del 2001 che si poneva la finalità di dare una priorità alle grandi opere strategiche della Nazione…” tra cui la Due Mari.

Anche il consigliere regionale Andrea Fora di Patto civico per l’Umbria ha presentato una interrogazione a risposta scritta alla presidente Tesei, per chiedere notizie sulle intenzioni della Giunta regionale in merito alla E78.

In pratica si ricomincia la visione di un film che, pur cambiando gli attori, ha lo stesso copione di sempre, con un balletto impressionante di ipocrisie e bugie come nel corso dei suoi tre anni di attività ci ha ripetutamente spiegato il “Comitato per la salvaguardia e lo sviluppo dell’Alto Tevere” che segue attentamente gli scoraggianti esiti delle infrastrutture del territorio. Rinvii e tagli continui su tutti i fronti.

Così riteniamo utile rinfrescare la memoria ad un poco informato consigliere Andrea Fora e ad un disinvolto Bacchetta, sindaco e presidente della Provincia di Perugia che in questi anni ha detto tutto e il contrario di tutto sulla Due Mari per giustificare le sue capriole e quelle del suo mentore Riccardo Nencini.

Sostiene Bacchetta che i ritardi si sono accumulati all’inizio degli anni 2000 quando la E78 non fu finanziata dal Governo”. No sindaco-presidente, non è assolutamente vero e questo giochino dello scaricabarile della colpa sempre degli altri è stucchevole; non abbocca più nessuno. Anzi è vero il contrario. Nel 2000 (II° governo D’Alema) la E78- Due Mari era al quarto posto nelle priorità nazionali delle opere stabilite dal governo ed era prevista la relativa copertura di spesa. Poi, visto che la sua memoria perde i colpi, le ricordiamo che da quella data ebbe inizio il balletto dell’ipocrisia e della svendita degli interessi locali che doveva portare quei soldi più a sud, tra Foligno e Valfabbrica per il famoso Quadrilatero.

Protagonisti politici del dirottamento, legittimo ma per noi Altotiberini penalizzante, furono gli interessi politici ed economici folignati e la silente Fernanda Cecchini neosindaco di Città di Castello che Bacchetta dovrebbe conoscere bene per aver amministrato con lei come assessore.

Parafrasando Ennio Flaiano si potrebbe affermare che la situazione è grave ma non è seria. Questa E 78 sembra come “la sora Camilla, quella che tutti la vogliono e nessuno se la piglia”. L’Umbria ha solo 15 km e non trova il modo per completarli. Una strada concepita alla fine degli anni cinquanta con lo scopo di collegare il Tirreno e l’Adriatico, Grosseto e Fano, 286 km di cui 185,5 km in Toscana; 85,8 nelle Marche e 14,3 km in Umbria. Una superstrada europea come indica la E della sigla, di classe A cioè, come promemoria per tutti, strada a 4 corsie, priva di intersezioni a raso e di accessi privati.

Dopo la progettazione degli anni 60, le Marche hanno provveduto alla realizzazione dei vari lotti dei suoi 85 km fino a completare la Galleria della Guinza nel 2004, una galleria che finisce nel niente tanto che nel 2018, dopo un fiorire di rinvii e finte baruffe tra sindaci e territori che di fatto hanno bloccato i lavori, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha indicato di riprendere il progetto a 4 corsie e quindi di realizzare la seconda canna della galleria.

Una bocciatura pesante di tutti i saccenti esperti della domenica che volevano una E 78 a 4 corsie per l’intero tracciato meno che per i pochi km del tratto umbro previsti a due corsie con una decina di rotonde.

Dopo il pronunciamento del Consiglio Superiore che è l'organo di consulenza tecnica del Ministero per i progetti e le questioni di interesse urbanistico, per il tratto umbro e per la riqualificazione della galleria della Guinza il governo Gentiloni aveva previsto per il 2020 ben 100 milioni di euro. Poi però l’Esecutivo ‘giallo/verde’ Conte, Salvini e Di Maio ha colpevolmente posticipato tale disponibilità, che sarebbe stata di grande utilità per il tratto Selci Lama – galleria della Guinza”.

Articolo Uno Città di Castello ha da tempo sostenuto la necessità di migliorare e completare le infrastrutture viarie e ferroviarie; ha sempre partecipato e contribuito alle battaglie del “Comitato per la salvaguardia e lo sviluppo dell’Alto Tevere”; ha salutato con favore e senza polemiche la tardiva adesione del Pd tifernate ai progetti di completamento e sviluppo della Fcu, della E45 e della Due Mari E78 ritenendola necessaria allo sviluppo sociale, economico e turistico del nostro territorio penalizzato dall’isolamento di cui soffre.

Lei e i parlamentari e amministratori regionali non avete dato contributi di impegno e di ide altro che alle vostre carriere. Tutti abbiamo bene impresse in memoria le passerelle senza vergogna di quanti negli ultimi venti anni si è cimentato come alzatore di coppe e tagliatore di nastri e mai come realizzatori concreti di progetti utili ai cittadini. Vedremo cosa risponderete alle interpellanze ma più ancora ai Cittadini .

Ora che siete arrivati agli ultimi giri di giostra non sarebbe inutile un vostro tardivo ripensamento. Ma sapete come si dice dalle nostre parti? Chi è causa del suo mal pianga se stesso. Intanto ricordatevi che la misura è colma e la pazienza dei Cittadini è finita.

ARTICOLO UNO ALTA VALLE DEL TEVERE

 

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