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Il Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, riporta la discussione alla realtà, cioè sulla grave crisi economica, finanzia e sociale che si abbatte sul nostro Paese. Il Pil (Prodotto interno lordo) è crollato a meno 5 per cento (nei sei mesi da ottobre 2008 a marzo 2009 è caduto di oltre 7 punti percentuali rispetto al semestre precedente); crollano gli investimenti industriali, la disoccupazione è un incubo che sta dilagando, la Cassa integrazione è stimata ormai al 10 per cento. Un dato inquietante, considerato che 1,6 milioni di lavoratori dipendenti e parasubordinati non hanno diritto ad alcun sostegno in caso di licenziamento e che quasi un milione di dipendenti risulta coperto da indennità inferiori ai 500 euro mensili. Inoltre Draghi conferma quello che Rifondazione Comunista afferma da tempo, cioè che la precipitazione dei consumi alimentari segnala in modo evidente “il brusco impatto della crisi sulle famiglie a basso reddito” ed aggiunge: “La fiducia non si ricostruisce con la falsa speranza”. Perciò: la crisi c’è ed è molto grave, il Governo Berlusconi non fa niente per affrontarla. Questa crisi è un prodotto dell’attuale capitalismo globalizzato e delle politiche neoliberiste alle quali ha contribuito anche l’Unione Europea. Occorre cambiare questa Europa, sostituendo il Patto di stabilità, che penalizza il lavoro e produce precarietà, con un patto per la piena occupazione e la riconversione sociale ed ambientale dell’economia. Se Draghi afferma che: “Occorre saper fare i banchieri anche quando le cose vanno male”, Rifondazione comunista ribadisce che è urgente una socializzazione del sistema bancario e finanziario, attivando un controllo pubblico del credito. E’ necessario un controllo democratico della Banca Centrale Europea e un radicale mutamento della sua missione, che deve essere tesa a promuovere lo sviluppo socialmente equo ed ambientalmente sostenibile. E’ necessario inoltre armonizzare il sistema fiscale europeo, fondato sul principio della progressività delle imposte (chi ha di più, contribuisca di più). In Italia e in Europa occorre anche prendere atto che le privatizzazioni dell’apparato produttivo e dei servizi pubblici hanno clamorosamente fallito da tutti i punti di vista; per questo è urgente ripubblicizzare i “beni comuni” e i servizi essenziali, come l’educazione, la salute, l’acqua, l’energia, i trasporti. E’ infine necessario, in Italia, porre freno alle speculazioni finanziarie che arricchiscono i “soliti noti”, a discapito dei piccoli risparmiatori, ci vuole la ‘Tobin Tax’ per tassare i capitali speculativi e l’abolizione dei paradisi fiscali, dove confluiscono i soldi degli evasori e del malaffare. Condividi