franco calistri.jpg
Nei giorni scorsi a seguito di una rissa tra spacciatori avvenuta, in pieno giorno, in una piazza dell'acropoli perugina, tutti i candidati si sono affrettati, con accenti evidentemente diversi, a sottolineare la centralità, anche a Perugia, del problema sicurezza e le ricette per affrontarlo. E questo sicuramente un bene. Avere l'esatta comprensione che Perugia, come purtroppo tante cittadine italiane, non è più un'isola felice, e che è interessata non solo da fenomeni di microcriminalità ma anche da fenomeni di criminalità organizzata, al punto di essere diventata uno dei centri maggiori a livello nazionale per lo smistamento e spaccio di droga, non può che essere salutato positivamente. Quando, però, dalle affermazioni generali si passa agli interventi, o alla indicazione di interventi, si nota un doppio strabismo, si guarda cioè al centro storico, molto spesso limitatamente al salotto buono di Corso Vannucci, dimenticandosi di altre zone storiche della città, o alle periferie popolose, dimenticando, saltando a piè pari tutta una serie di zone residenziali immediatamente a ridosso del centro storico, che da anni, anche attraverso l'organizzazione di comitati, pongono, inascoltati, il problema della sicurezza e vivibilità dei quartieri dove abitano. In molti casi la soluzione ai problemi che pongono non richiede interventi di chissà quale portata. Basterebbe un po' più di attenzione, capacità di ascolto e buon senso. Un esempio. La zona tra Madonna Alta, via Martiri dei Lager, via Settevalli, via del Macello e via Sicilia. Come in tutte le cose c'è un peccato originale, in questo caso, comune a molte zone di Perugia, quello di aver permesso in una zona assai ristretta, una spaventosa concentrazione di cemento (oggi in buona parte invenduto, come stanno a dimostrare le torri di via del Fosso) senza prevedere spazi adeguati per la vita sociale e con una infrastruttura stradale ferma a cinquant'anni fa. Ma su questo si può poco intervenire. Si può invece, e molto, intervenire, sui problemi di degrado, sicurezza ed abbandono del quartiere che i cittadini lamentano. Facciamo alcuni esempi. C'è un parcheggio sotterraneo nel complesso dove insiste un supermercato. Questo parcheggio è assolutamente incustodito di giorno e di notte, è privo di qualsiasi dispositivo di sicurezza, è già stato teatro di aggressioni, di notte è ricovero di drogati, spacciatori e varia umanità. Basterebbe un piccolo intervento che, dopo aver rimesso in sicurezza il parcheggio, ne prevedesse una gestione con guardiania, per risolvere il problema. Ancora, nella zona vi sono alcune aree verdi ma in stato di assoluto abbandono, divenute ricovero notturno di spacciatori e prostitute, che non solo agiscono indisturbati, ma impediscono anche il riposo notturno dei residenti. Un po' più di manutenzione, l'aumento dei punti luce, una presenza, per qualche tempo, di forze dell'ordine (a due passi è stata costruita la nuove sede del comando della Guardia di Finanza), piccole cose che già indurrebbero una regressione della presenza di questi soggetti. Vi è anche il problema che in alcuni di questi stabili, appartamenti vengono affittati per svolgere quella che viene definita la “più antica professione del mondo”. Interventi di trasparenza sugli affitti, che il Comune può fare, con la collaborazione di chi amministra questi stabili, darebbero sicuramente una mano a risolvere il problema. Ancora, i cittadini segnalano la presenza di strutture pericolose e fatiscenti, con evidenti ed accentuate lesioni, con possibilità di cedimenti improvvisi. Rimettere a posto e rinforzare un muro di sostegno, risistemare una scalinata in dissesto, non richiede un impegno finanziario gigantesco, non stiamo parlando del Ponte sullo Stretto. Sempre i cittadini lamentano che gruppi di stranieri utilizzano a loro esclusivo piacimento le (poche) strutture pubbliche, impedendo l'accesso ad altri residenti e, in alcuni casi, provocando risse o danneggiamenti a proprietà private. Le aree pubbliche sono a disposizione di tutti e, se ben amministrate, possono rappresentare un utile strumento per favorire processi di integrazione, ma sono appunto di tutti e vanno ben amministrate. Anche in questo caso, interventi di moral suasion e fermezza nella vigilanza favorirebbero una soluzione del problema. Siamo di fronte ad una serie di piccoli problemi che, se trascurati e non risolti, non solo si ingigantiscono ma messi insieme finiscono per rendere difficile ed impossibile la vita dei cittadini. Per risolverli, come nei casi prima richiamati, non sono necessari interventi di chissà quale portata. Basta avere un po' più di attenzione e sopratutto ascoltare i cittadini ed insieme a loro trovare le giuste soluzioni. Franco Calistri Candidato indipendente nelle liste PRC al Comune di Perugia Condividi