Anche gli studenti, in tempi di crisi economica, tirano la cinghia. Alcuni ricorrono ad un “aiuto” da parte dei genitori, altri svolgono un “lavoretto” part-time, in molti scelgono di rinunciare alle vacanze all’estero. A rivelarlo è Universitalia, in seguito ad uno studio che ha coinvolto circa 7.000 universitari italiani.
La prima voce di spesa ad essere tagliata è rappresentata dai viaggi fuori dall’Italia. Ben il 40% dei giovani decide, infatti, di farne a meno per far quadrare il proprio bilancio. Seguono le uscite infrasettimanali: il 25% degli universitari è disposto a rinunciare al pub, al cinema e ai concerti nei giorni feriali.
Meno toccate, invece, le griffe, sia per quanto riguarda i vestiti che per i cibi. Il 10% degli intervistati è disposto a rinunciare all’acquisto di abiti firmati e solo il 5% fa a meno di alimenti (pasta, sughi, verdure “pronte” e precotti) di marca.
In questo periodo di crisi, anche gli studenti, che di solito rappresentano una categoria sociale più disponibile alla spesa, decidono dunque di limitare le richieste di appoggio economico da parte dei genitori.
Spesso preferiscono aiutarsi con un lavoro part-time e sono disposti a scegliere soggiorni brevi e low-cost e a limitare le uscite al venerdì e al sabato sera ” ha commentato Anna Prassino, responsabile marketing di Universitalia.
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