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Un migliaio di lavoratori stanno presidiando i cancelli della Saras, su cui sono state legate tre rose rosse e tre rose bianche in omaggio e ricordo dei tre operai di un'impresa d'appalto morti ieri in una cisterna mentre erano impegnati in un intervento di manutenzione programmata. Nella zona industriale è in corso lo sciopero di otto ore proclamato da Cgil-Cisl-Uil che hanno indetto per la settimana prossima un'assemblea nello stabilimento per discutere di sicurezza e infortuni. Il giorno dei funerali (che non è stato ancora fissato, in attesa dell'esame autoptico) ci saranno altre quattro ore di sciopero per permettere ai lavoratori di partecipare al rito che si svolgerà a Villa San Pietro, il piccolo paese confinante con Sarroch dove vivevano le vittime. Nel piazzale della Saras, oltre a lavoratori e rappresentanti sindacali, c'é qualche amministratore e politico, ma nessuna bandiera, né tanto meno si fanno comizi. Il giorno dei funerali i metalmeccanici sardi si fermeranno per 4 ore in tutta la Sardegna, mentre nel territorio lo sciopero sarà di otto ore. L'hanno deciso le segreterie regionali di categoria di Cgil-Cisl-Uil nel corso di una mini-assemblea davanti ai cancelli della Saras. La Fiom ha annunciato che si costituirà parte civile nell' eventuale processo. I sindacati sottolineno che il tragico episodio di ieri pomeriggio, preceduto da altri piccoli incidenti nelle ultime settimane, ripropone con urgenza il tema della sicurezza nella raffineria. "Con una concentrazione di ore lavoro in 45 giorni e con punte di 4.300 persone (1.100 diretti e il resto lavoratori degli appalti) transitate ai tornelli, per statistica - ha sostenuto Marco Nappi, delegato Cisl alla Saras - gli incidenti aumentano". Concetto ripreso dal segretario territoriale della Cgil, Nicola Marongiu, che ha evidenziato lo 'stress organizzativo'' del sistema conseguente a una fermata per manutenzione prevista inizialmente per sette mesi e rimodulata a 45 giorni a causa della crisi. Condividi