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“Parlare di cooperazione oggi pone di fronte a due gravi problemi. Il primo è del tutto legato alla politica di questo Governo che ha cancellato la cooperazione dalla propria agenda. Il Ministero dell’ economia e delle finanze, dopo aver tagliato le risorse per la cooperazione allo sviluppo del 56 % per il biennio 2009-2011, proprio in questi giorni continua ad ostinarsi a non erogare 45 milioni di euro per la cooperazione civile in Paesi Afghanistan, Iraq, Sudan, Somalia e Libano. Per il Governo questi paesi esistono solo sotto la voce ‘intervento militare’; ed è purtroppo proprio questo il tipo di politiche su cui oggi si investe di più. In tal senso basti pensare all’intenzione del governo di acquisire 130 caccia bombardieri per un valore di 15 miliardi di euro e di costruire in Provincia di Novara una base per assemblarli e renderli capaci di trasportare ordigni nucleari”. Così Fabio Amato, responsabile esteri del PRC e candidato alle elezioni europee nel collegio del Centro interviene a margine della conferenza stampa sulla cooperazione organizzata da Action Aid. “Il secondo problema riguarda invece il modo stesso con cui l’UE concepisce la cooperazione – ha proseguito Amato -; e che porta ad interventi in chiave liberista non sempre a vantaggio, ma talvolta anche in danno, dei paesi più poveri. Troppe volte dietro alla cooperazione si nascondo politiche volte in gran parte ad aprire i mercati alle grandi multinazionali europee o a permettere ancora ai paesi europei, dopo anni di colonialismo, di sfruttare le risorse dei paesi più poveri”. “Per non parlare poi dell’odiosa pratica del Partenariato Pubblico Privato (PPP) che permette alle imprese multinazionali e alle loro lobby di avere un peso crescente nella definizione delle agende politiche e nelle scelte dei governi. Se andrò in Europa - ha concluso Amato – mi batterò affinché questo tipo di partenariato venga eliminato dalle linee programmatiche di ogni politica di cooperazione internazionale e, in particolare in programmi che si riferiscano alla gestione dei servizi pubblici e dei Beni Comuni. L’Europa deve andare verso una nuova politica di cooperazione internazionale orizzontale e totalmente partecipata con le comunità beneficiarie, per evitare ogni tipo di colonialismo culturale: per questo oggi più che mai c’è bisogno dei comunisti in Europa”. Condividi