di Anna Maria Bruni
Daniele Melis, 26 anni, Luigi Solinas, 27 anni, Bruno Muntoni, 52 anni. Sono i tre operai morti oggi mentre lavoravano nell’impianto di desolforazione di Sarroch, in Sardegna. Nell’incidente avvenuto intorno alle 14, è rimasto coinvolto anche un quarto operaio. Rimasto intossicato, è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Cagliari. Sono il totale di quattro componenti della squadra di manutenzione dell’impianto. L’ennesima, l’ennesimo lavoro in appalto. L’impianto consiste in una enorme cisterna, capace di contenere fino a 100mila litri di gasolio in lavorazione. Secondo le norme di sicurezza, due operai devono restare all'esterno mentre gli altri procedono materialmente con l'intervento, mentre stando una prima ricostruzione fornita dai colleghi di lavoro delle vittime, un primo operaio si è sentito male, il secondo avrebbe chiesto aiuto e a quel punto sarebbero entrati tutti nella cisterna, ma solo uno ne è uscito vivo. Gli altri tre sono stati stroncati dalle esalazioni tossiche sprigionatesi dai residui delle lavorazioni. Solo a quel punto è scattato l’allarme in tutta la raffineria, e i circa 300 operai hanno abbandonato lo stabilimento sulla notizia della morte dei colleghi. Fra le vittime, tutte di Villa San Pietro, Bruno Montoni lascia una moglie e due figli.
Domani l'intera zona industriale di Sarroch si fermerà per otto ore di sciopero. Lo annuncia il segretario generale della Cgil sarda, Enzo Costa. “Non ridanno la vita a nessuno - ha spiegato - ma devono almeno servire ad aprire una riflessione, perché in manutenzione tutto è preventivabile”. In un'intervista al quotidiano online rassegna.it. l'esponente della Cgil sottolinea che la raffineria è un luogo ad alto rischio: “non è la prima volta che succedono incidenti mortali, ma mai erano stati di questa gravità. È un incidente gravissimo, ma nessuno parli di fatalità, la pericolosità del sito era ampiamente nota. Ancora non conosciamo la dinamica precisa dell'accaduto - conclude - ma sicuramente sarà possibile rintracciare le responsabilità. Ancora una volta la morte tocca i lavoratori dell'appalto”.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dalla prefettura di Firenze dove si trovava, si è messo immediatamente in contatto con il prefetto di Cagliari per conoscere la dinamica dei fatti. Il capo dello Stato ha pregato il prefetto di esprimere ai familiari delle vittime la sua vicinanza è il suo cordoglio a nome di tutto il Paese.
“Non si possono piangere i morti e allo stesso tempo continuare ad aiutare le aziende che non tutelano la sicurezza dei lavoratori”, dichiara l’eurodeputato del Prc Vittorio Agnoletto. “Esprimo tutte le mie più sentite condoglianze ai famigliari dei tre operai morti oggi alla raffineria Saras di Cagliari”. “Quanto accaduto non può essere considerato come un singolo, tragico episodio, ma è l'ennesima conseguenza di una logica produttiva e padronale che per massimizzare il profitto è disposta a rischiare vite umane. Il governo - conclude - è responsabile di tutte queste situazioni per aver bloccato, modificato e sabotato il Testo unico sulla sicurezza”.
Paolo Ferrero, esprimendo il cordoglio per le vittime, è tornato a sottolineare quanto le modifiche al Testo unico sulla sicurezza vadano “nella direzione delle depenalizzazioni dei datori di lavoro”. Scelte che “evidentemente incentivano a continuare a ritenere che la vita dei lavoratori sia un fattore secondario dentro i bilanci delle aziende e non il primo bene da tutelare, nei luoghi di lavoro”.
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