No di “Noi per Norcia” alla messa di Natale fra le macerie della concattedrale
NORCIA - E' polemica a Norcia sull'ipotesi di celebrare messa della mattina di Natale tra le macerie della concattedrale di Santa Maria Argentea. Giampietro Angelini, capogruppo consiliare di "Noi per Norcia", ha inviato una lettera al vescovo, mons. Renato Boccardo, per invitarlo a non assecondare questa idea.
"In molti a Norcia - scrive Angelini - si stanno chiedendo, e noi siamo tra questi, a che serve spendere migliaia di euro per allestire l'ennesimo spettacolo macabro tra le macerie di una chiesa che, come tutte le altre chiese del territorio, porta in sé la vergogna di una ricostruzione che non parte e la vergogna di regole scritte che non servono a niente se non a mettere al riparo la peggiore burocrazia del nostro sistema Paese".
"Proprio Lei - si legge ancora nel testo - più di una volta e giustamente, ha sottolineato, quasi gridato, che è finito il tempo delle parole, delle passerelle e degli spettacoli e che è arrivato (anzi, passato) il tempo di mettere mano alla ricostruzione concreta".
“Con questa lettera aperta, Eccellenza – prosegue Angelini -, Le chiediamo di non seguire le smanie di grandezza e di visibilità che ancora una volta sembrano pervenire da più parti… L’Amministrazione comunale, la Protezione Civile e tutti quei soggetti che si starebbero impegnando in sopralluoghi e progetti, si mettano tranquilli e pensino a cose più serie.
Ai cittadini di Norcia la Messa di Natale, sia quella di mezzanotte sia quelle del giorno, va benissimo anche se celebrata nel prefabbricato della Parrocchia, senza telecamere, senza scene lacrimose per compiacere i terremotati e, magari, utilizzando i soldi risparmiati, per consentire alla Protezione Civile, di fare qualcosa di utile laddove ce n’è bisogno.
Anche noi Eccellenza abbiamo il sogno di poter tornare a partecipare alla Messa di Mezzanotte nella nostra Cattedrale, così come era tradizione prima del terremoto. Ma per far questo bisognerà ricostruirla questa Cattedrale, così come la Basilica di S. Benedetto, i monasteri, le chiese del capoluogo e delle frazioni. Sono passati tre anni e, se proprio si vuol fare una celebrazione, forse è meglio organizzare una bella Via Crucis, nei giorni della Passione di Cristo e negli anni della Passione delle persone colpite dal terremoto, tra le macerie delle nostre chiese”.

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