di Stefano Vinti.

La repressione delle proteste popolari in Cile contro le politiche neoliberiste del presidente Pinera, ad oggi, hanno prodotto: 23 morti ammazzati da bande fasciste, polizia ed esercito; 2300 manifestanti feriti; 93 donne vittime di violenza sessuale;220 hanno perso la vista; 26 mila sono stati arrestati.
Se non è ritorno alla dittatura fascista, è quasi.
Eppure la sottosegretaria italiana agli esteri Marina Sereni, del Pd di rito fassiniano, già assessore regionale dell'Umbria, invece di condannare la violenza bestiale dei governanti cileni, non ha trovato di meglio da fare in questi giorni che dichiarare la piena solidarietà dell'Italia alle istituzioni del Cile.
In prima battuta ho creduto che fosse una fake news, ritenevo impensabile che la storia politica e personale della Sereni potesse arrivare a tal punto di nefandezza politica e morale.
Invece, era tutto vero. Sono restato sbigottito e rastrittato avendo avuto conferma che il potere rigira le persone come un calzino. Ho anche ricordato i tanti esuli cileni, compagne e compagni sfuggiti alle persucuzioni fasciste di Pinochet, accolti in Umbria e a Perugia, amici comuni miei e di Marina.
Mi auguro, senza sperarci troppo, che i due partitini della 'sinistra' al governo, Art.Uno e Sinistra Italiana, abbiano qualcosa da dire ufficialmente sulla situazione cilena.
Mi associo al commento de il manifesto:"Pinera stai Sereni":

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