PERUGIA - Sono 460 le tracce biologiche analizzate nei laboratori della polizia scientifica di Roma nell'ambito delle indagini sull'omicidio di Meredith kercher. 228 i reperti sequestrati dagli esperti al termine dei sei sopralluoghi che hanno riguardato la casa del delitto e le abitazioni degli imputati.
A parlare delle modalita' con cui sono state repertate le tracce e della metodica utilizzata per l'analisi dei reperti in laboratorio e' stata la biologa Patrizia Stefanoni, funzionario della sezione indagini di genetica forense della polizia scientifica, oggi testimone davanti alla Corte d'Assise di Perugia nel processo che vede imputati Raffaele Sollecito e Amanda Knox per l'omicidio della studentessa inglese (per lo stesso delitto e' stato gia' condannato a 30 anni con rito abbreviato l'ivoriano Rudy Hermann Guede).
La biologa ha spiegato come il test del Dna risulta utile alle indagini solo se vi e' la possibilita' di un confronto con alTri soggetti conosciuti. "Nelle tracce non troviamo il nome e cognome dei soggetti ai quali appartengono - ha spiegato l'esperta - e nemmeno le loro caratteristiche somatiche".
La Stefanoni ha quindi ricordato che, nella casa del delitto, le operazioni della polizia scientifica si sono svolte dall'interno verso l'esterno dando priorita' alla camera della vittima. Ogni stanza e' stata ripresa con lo spheron, una sorta di macchina fotografica video che gira su se stessa e che e' in grado di riprendere a 360 gradi, permettendo alla polizia scientifica di poter rivedere esattamente la scena del crimine in qualsiasi momento. Quindi si e' provveduto ai vari repertamenti e campionamenti.
L'esperta si e' quindi soffermata sulle varie tracce isolate nella casa del delitto, nell'abitazione di Guede e di Sollecito e sugli oggetti sequestrati durante i vari sopralluoghi.
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