ROMA – Quanti e quali sono i capolavori dell’arte umbra dal Trecento ad oggi, che hanno abbandonato il loro luogo di origine, per far parte, attraverso una lunga storia di passaggi e vicissitudini, di raccolte mussali o collezioni private all’estero? Alla domanda risponde da oggi un volume stampato con eleganza, 40 schede di capolavori selezionate su 548 (con esclusione, per scelta editoriale, di autori contemporanei viventi), fra breve consultabili “on line”, e l’auspicio di ampliare l’opera in una collana che comprenda tutte le regioni.
Il volume (Arte Italiana nel Mondo/ Tomo primo: Umbria, con prefazione della presidente della Regione) è stato presentato stamani in anteprima a Roma, presso la Sala “Alinari” dell’Associazione Civita, dai curatori Marco Schippa e Franco Ivan Nucciarelli, alla presenza del presidente dell’associazione Antonio Maccanico, dell’assessore alla Cultura della Regione Umbria e di Andrea Margaritelli direttore della “Fondazione Guglielmo Giordano”.
Le schede presenti nel volume e nel sito “on line” (curato da Gianluca Todini) contengono minuziose e puntuali descrizioni delle opere d’arte sia dal punto di vista storico che da quello formale, con un’attenzione particolare alle loro avventurose migrazioni (di cui ha dato un saggio nel suo intervento il professor Nucciarelli a proposito della “Pala Colonna” di Raffaello, nata nell’oratorio del Convento di Sant’Antonio a Perugia e approdata nell’ultimo secolo a New York grazie al miliardario collezionista Morgan, che la donò al Metropolitan Museum), agli spostamenti e ai personaggi coinvolti, spesso di gran fama, come Napoleone Bonaparte, lo zar Alessandro II, Cristina di Svezia, la Regina Vittoria d’Inghilterra, e ancora papi, cardinali, prìncipi, grandi magnati, collezionisti, ladri e avventurieri.
“Grazie a questo volume – ha scritto la presidente della Regione Umbria nella prefazione – le opere esposte fuori d’Italia potranno ricollegarsi idealmente con quelle così ben inserite e godibili, radicate e diffuse nel nostro territorio, e accendere nel visitatore il desiderio di venire in Umbria, per ritrovare il contesto originario da cui sono nati piccoli e grandi capolavori. Le opere potranno diventare così ‘testimonial’ e ‘ambasciatrici’ dell’Umbria, non soltanto della sua arte e della sua cultura, che costituiscono una importante attrattiva turistica, ma dei suoi paesaggi, del suo ambiente, dei suoi borghi, dei suoi centri storici e della sua civiltà”.
“La ‘perdita’ delle opere nel corso dei secoli – ha detto l’ideatore del progetto Marco Schippa – si è trasformata in realtà in un veicolo di diffusione dell’Umbria. Il volume, creando un legame fra le sedi attuali delle opere e i loro luoghi di origine, innescherà il desiderio di conoscere questi ultimi da vicino, così che l’Umbria possa riappropriarsi in modo consapevole del suo ruolo privilegiato di regione d’arte”.
“L’intento di questo volume non è puramente scientifico e storico-artistico – ha detto Andrea Margaritelli della Fondazione “Giordano” -, il nostro scopo è stato anche quello di mettere in relazione la cultura con l’imprenditoria dei flussi turistici”.
“La scelta dell’Umbria – ha ricordato l’assessore alla Cultura della Regione Umbria – è stata quella di creare un sistema di musei, anche piccoli, radicati nei territori che hanno dato origine alle opere: benvenga perciò anche questo volume, che ricollega ai nostri territori anche le opere che sono state loro sottratte”.
“Un lavoro encomiabile – ha detto il presidente della Fondazione Civita Antonio Meccanico -, per la complessità e l’importanza, e per la valorizzazione della cultura italiana all’estero, anche come strumento per superare, nel nome dell’arte, divisioni e barriere”.
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