PERUGIA - L’assalto della dittai Salvini & C, al candidato civico a presidente della Regione Umbria, Vincenzo Bianconi con la complicità di un quotidiano locale, basato su uno scandalo del tutto inventato in merito ai rimborsi ottenuti a tre anni dal sisma, in relazione ai danni subiti dalle strutture alberghiere appartenenti alla sua famiglia, sarebbe legata agli ultimi sondaggi elettorali che certicherebbero l’avvenuto pareggio, se non anche il sorpasso, sia pure di una stretta incollatura, dell’imprenditore nursino sulla candidata del Carroccio, Donatella Tesei.

Non paghi delle precisazioni al riguardo venute immediatamente da una fonte insospettabile qual è il sindaco nursino di Forza Italia, Nicola Alemanno, che ha attestato la correttezza di Bianconi e la regolarità delle procedure da lui seguite, il terrore per quanto di inatteso potrebbe accadere ha spinto i parlamentari umbri della Lega, Caparvi, Marchetti, Briziarelli e Pillon, ad annunciare addirittura la presentazione di un'interrogazione parlamentare in merito.

"Essendo Bianconi candidato di Pd e Movimento 5 Stelle per la regione Umbria - spiegano - chiediamo la massima trasparenza soprattutto in questa fase dove potrebbe configurarsi un evidente conflitto di interessi”. Una tesi che non sta ne in cielo ne in terra, visto che i fatti da loro richiamati risalgono ad un periodo ben precedente alla consultazione elettorale in corso, quando Bianconi, che non svolgeva alcun ruolo pubblico, non ipotizzava minimamente di candidarsi per la presidenza regionale e, del resto, nessuno glielo aveva ancora chiesto.

Alla luce di tutto ciò i parlamentari leghisti, di concerto con il loro boss, farebbero quindi  bene ad iniziare una riflessione sulla pochezza politica della loro candidata che, spacciata da Salvini per esperta amministratrice pubblica, porta interamente sulle sue spalle la responsabilità per il dissesto economico procurato al Comune di Montefalco, città della quale è stata sindaco per due mandati consecutivi prima di approdare al Senato.

ep

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