PERUGIA - Quelle del Pd e del Psi dell’Umbria non son liste elettorali ma un assist clamoroso, quanto vergognoso, alla Lega e a Salvini. E quelle dei 5Stelle chiacchiere in libera uscita che non modificano di una virgola la realtà, anzi la legittimano. Hanno chiesto discontinuità e finiscono con l’accettare un continuismo clientelare e lottizzatorio delirante sul piano morale e devastante sul piano elettorale per il centrosinistra.

La ragione non ci fornisce alcuna spiegazione sul perché un partito che ha visto la sua Presidente della Giunta regionale (Marini), assessori e maggioranza fallire e cadere sulla questione morale, pensi di configgere la destra ricandidando gli stessi vertici istituzionali che di quel fallimento sono co-responsabili: il vicepresidente della giunta (Paparelli), il Presidente e il vicepresidente del Consiglio Regionale (Porzi e Vinicio Guasticchi) e l’ex segretario del partito (Giacomo Leonelli).

A questa autolesionistica “occupazione elettorale” si aggiunga la candidatura di un altro assessore regionale, Giuseppe Chianella, nella lista dei socialisti. E tutto mentre dall’altra parte c’è una destra aggressiva che punta all’alternativa e che solo quattro mesi fa ha preso il doppio dei voti del centrosinistra.

I 5Stelle avrebbero avuto il dovere, poiché ne avevano sia le possibilità che il potere contrattuale, di imporre al Pd una discontinuità vera come precondizione del patto elettorale. Oggi la 5Stelle Carbonari si limita a dire che “ vigilerà ”, dopo. Ma cosa vuoi vigilare, “dopo”. Magari dopo una sconfitta, o dopo una elezione che garantirà potere e autonomia a ciascun eletto, a prescindere dalla sua onestà o dalle capacità.

Il tempo è pochissimo, ma va utilizzato tutto per evitare queste candidature disastrose, con liste che sarebbero la palla al piede più pesante e pericolosa per il centrosinistra umbro, per lo stesso Pd e per il candidato governatore Vincenzo Bianconi.

In tutta onestà, ma quali entusiasmi volete che susciti un personaggio come Paparelli, accampato sulle istituzioni dai tempi in cui militava nel Psdi di Pietrro Longo e di Tanassi? Ti fa perdere solo voti.

Quale “riscossa” morale, politica ed elettorale volete che possa essere lanciata con personaggi che hanno diretto le massime istituzioni e il partito e a tutti gli effetti, nell’immaginario collettivo degli elettori e nella realtà, co-responsabili del fallimento e della caduta della giunta?

Qui non c’entrano gli avvisi di garanzia, ma lo spartiacque tra bene comune e destino personale o di apparato. Qui c’entra la possibilità di vincere o l’ottusa ricerca della sconfitta. Qui c’entra la scelta di nuove politiche sociali, ambientali e istituzionali o la riproposizione di un passato, caratterizzato da  “liberismo” amministrativo e da pratiche autoreferenziali e di potere. Passato che con queste candidature non solo non viene superato, ma addirittura rivendicato e rappresentato.

Il vantaggio di un candidato come Vincenzo Bianconi, cioè quello di rappresentare la discontinuità e di non essere condizionato da apparati di partito, verrebbe automaticamente azzerato, e la Tesei e Salvini avrebbero l’immeritato vantaggio di poter indicare il candidato del centrosinistra come “cameriere politico” di un apparato di partito che rappresenta la passata, fallimentare e fallita esperienza istituzionale e amministrativa.

Va chiesto un atto di responsabilità ai soggetti interessati affinché facciano SUBITO un passo indietro rinunciando alla candidatura; va chiesto a Verini e al gruppo dirigente del Pd umbro di proporre candidati che esprimano alternativa e non continuità lottizzatoria; va chiesto ai 5Stelle di smettere di abbaiare alla luna e pretendere la massima discontinuità sui programmi e sui candidati. Va chiesto al candidato governatore Bianconi di pretendere discontinuità e coerenza dai partiti che lo sostengono, altrimenti non servirà una lista del Presidente a cambiare l’immagine e la sostanza di una coalizione elettorale che costituirà per lui una zavorra che lo trascina in basso e non una mongolfiera che lo spinge in alto. Va chiesto alla comunità umbra e del centrosinistra di PRETENDERE discontinuità, poiché i destini di questa Regione non appartengono a un gruppo di burocrati interessati che danno già per scontata la sconfitta e che puntano a salvare i propri destini personali.

La Lega e la destra sono tutt’altro che irresistibili, nelle istituzioni umbre che hanno amministrato hanno fallito. Gli ultimi sondaggi, sia a livello nazionale che in  Umbria, ci dicono che i consensi della Lega non erano mai precipitati così in basso dalle elezioni politiche del 2018. Abbiamo bisogno di dimostrare che chiediamo fiducia e voti non solo per non consegnare una Regione civile come l’Umbria ad una destra fascistoide e anticostituzionale, ma anche perché vogliamo e possiamo ricostruire una coesione comunitaria e un’Umbria migliore, consapevoli che possiamo farlo solo partendo da nuove priorità programmatiche e con una nuova classe dirigente.

Luciano NERI

Coordinatore Osservatorio Beni Comuni

 

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