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Chiede "due minuti", "per raccontare la verità" sul caso Mills. Ma l'attacco, a tutto campo, contro le toghe rosse impegna il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ben oltre il quarto d'ora. Quindici minuti di fuoco serrato contro "i giudici estremisti di sinistra" che - dopo il ricorso ad un passaggio del libro di Vespa fatto ieri - vedono il premier metterci voce e volto per ribadire la sua denuncia contro una giustizia italiana che definisce "una vera patologia della nostra democrazia". Confindustria diventa così la nuova (e di nuovo, visti i precedenti di Vicenza e Santa Margherita) arena dello scontro tra poteri dello Stato che Berlusconi intende combattere fino in fondo. E promette: "metteremo tutto il nostro impegno nella riforma della giustizia penale e non ci fermeremo fino a che non saremo riusciti a condurre in porto la divisione delle carriere". Davanti ad una situazione "inaccettabile" il premier chiede infatti che "il pm, come fa ora l'avvocato della difesa, vada dal giudice chiedendo un appuntamento, con il cappello in mano e dandogli del lei". Ma dalla riforma nulla dovrà essere escluso. Nemmeno il Csm reo, secondo il capo del Governo, di condurre "patteggi interni alla magistratura" con giudici che assolvono altri giudici. E a sostegno di questa tesi Berlusconi cita un dato: "tra tutte le persone che vengono chiamate in giudizio, il 50% viene assolto perchè innocente" ma "quando si tratta di giudici la percentuale dei condannati scende al 5%...". L'attacco a testa bassa non si ferma. Il premier si carica raccontando e spiegando punto per punto "le menzogne" contenute nella sentenza - "scandalosa" - contro Mills. Osservando che essere giudicati da questi giudici è come far arbitrare un derby Milan-Inter all'allenatore dei nerazzurri, Josè Mourinho. Ma la battuta alleggerisce solo per pochi secondi l'offensiva del premier che, probabilmente rincuorato dai numerosi applausi che la platea gli riserva nei passaggi dedicati alla giustizia, si dice "esacerbato" e "indignato", tanto da scandire che "è mio dovere dire pubblicamente queste cose perché non è più accettabile che accadano cose del genere". E "fintanto che la giustizia in Italia sarà fatta così - assicura - nessun cittadino può dirsi sicuro di avere un giusto processo". Giocando d'anticipo sulle inevitabili reazioni al suo intervento, Berlusconi quasi sorride e si va a cercare un altro applauso assicurando tutti di non dar alcun peso a quanto potranno 'tirargli' addosso: "Tanto - conclude - il signor Berlusconi ha le spalle larghe e più lo picchiano, più si rinforza e più si intigna". Condividi