anziani2.jpg
PERUGIA - Il Fondo regionale per la non autosufficienza, pur non senza alcuni ritardi e difficoltà, è ormai una conquista acquisita per i cittadini umbri e soprattutto per gli anziani di questa regione (anche se il mancato rifinanziamento da parte del Governo nazionale lo mette seriamente a repentaglio). Ora però occorre completare il percorso intrapreso 3 anni fa con il “Patto regionale per il Benessere degli anziani” dando risposta alle altre problematiche che esso conteneva. I sindacati dei pensionati umbri, Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, lo hanno detto chiaramente stamattina nel corso di una conferenza stampa tenuta presso la Cgil di Perugia. Una conferenza di “metà percorso” come hanno spiegato gli stessi sindacati, perché raggiunto un primo fondamentale obiettivo, il Fondo per la non autosufficienza appunto, ora è necessario riavviare il confronto con Regione e Anci su temi altrettanto importanti per la popolazione anziana, come quello della casa, quello della sicurezza e quello delle politiche per l'invecchiamento attivo. E il confronto deve ripartire subito, anche perché resta solo un anno di legislatura per la Regione. Ma alle richieste di incontro inviate dai sindacati agli assessori regionali Rosi (Sanità) e Stufara (Welfare) non è per ora arrivata risposta. E allora, i sindacati dei pensionati avvertono: “Come abbiamo fatto per la non autosufficienza, siamo pronti a tornare alla mobilitazione se non avremo risposte chiare e soddisfacenti sugli altri temi che sono in tavola e che per noi sono fondamentali”. Nel dettaglio, i sindacati dei pensionati umbri chiedono interventi in materia di politiche attive per gli anziani e quindi di “formazione permanente e alfabetizzazione informatica”, politiche che consentano insomma di valorizzare “il grande patrimonio di sapere e memoria che gli anziani rappresentano per l'Umbria”. Poi, c'è il grande problema abitativo, rappresentato soprattutto dalla obsolescenza e dalla fatiscenza di gran parte delle abitazioni in cui vivono gli anziani umbri: case vecchie (il 48% è stato costruito prima del 1961; il 27% prima del 1945), mai ristrutturate e nemmeno manutenute, spesso prive di ascensore (a Perugia e Terni questo manca in 9.538 appartamenti dove abita un ultrasessantacinquenne, pari al 53,26% del totale), fatto che costringe moltissimi anziani a non uscire di casa. Gli infortuni domestici sono l'altra faccia della stessa medaglia, una vera e propria piaga sociale, della quale però si parla poco e si conosce poco. Non esistono infatti dati chiari a livello regionale su un fenomeno che si stima mietere ogni anno circa 7mila vittime a livello nazionale. Fuori dalle case è invece centrale la questione sicurezza: intesa però non solo come lotta alla criminalità (“che non potrà mai essere affidata alle ronde”), ma come “sicurezza a 360 gradi”, quindi anche legata agli ambienti urbani, alle illuminazioni, ai marciapiedi, alle strisce pedonali. Tutto questo – per i sindacati dei pensionati umbri – è oggetto di contrattazione all'interno del Patto per il benessere degli Anziani. “Servono risposte celeri – hanno concluso Spi, Fnp e Uilp – altrimenti siamo pronti a tornare a manifestare già dal mese di settembre per spingere le istituzioni locali a dare risposte anche su questi temi fondamentali”. Condividi