Il 38% dei detenuti italiani risulta affetto da infezione da epatite C. A sostenerlo e' un'indagine epidemiologica statistica, condotta nel 2007 in 14 delle 205 carceri italiane, i cu risultati sono stati resi noti durante la presentazione del protocollo d'intesa tra il Garante dei diritti dei detenuti della Regione Lazio ed EpaC Onlus. La firma precede di un giorno la giornata planetaria di sensibilizzazione sull'epatite, malattia che ogni anno colpisce 500 milioni di persone e ne uccide un milione e mezzo. "La situazione sanitaria nelle carceri e' delicata - ha spiegato il Garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni - soprattutto in questo momento di passaggio delle competenze sanitarie penitenziarie dal ministero della Giustizia alle Asl che, nella maggior parte dei casi, hanno gravi disagi economici. Noi abbiamo gia' avviato una campagna di prevenzione e informazione distribuendo nelle celle oltre seimila opuscoli multilingue sulle malattie piu' diffuse in carcere: hiv, tubercolosi, epatiti virali e malattie psichiatriche". "In base al protocollo, la nostra associazione - ha aggiunto il presidente di EpaC Onlus, Ivan Gardini - promuovera' incontri con detenuti ed operatori e mettera' a disposizione materiale informativo. Da anni siamo impegnati in campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini, offrendo anche pareri legali gratuiti a beneficio di chi subisce umiliazioni per il solo fatto di avere l'epatite. E' importante estendere le nostre iniziative a chi e' privo della liberta' personale". Nelle carceri di tutto il mondo e' segnalata un'alta prevalenza di infezioni virali croniche, e in particolare di epatite cronica C, correlabile alle particolari tipologie socio-comportamentali piu' rappresentate tra i detenuti: tossicodipendenti per via endovenosa, senza fissa dimora, soggetti con dipendenza alcolica, malati psichiatrici. "Esistono condizioni che favoriscono la diffusione dell'infezione da Hbv e Hcv - ha ricordato Lorenzo Nosotti, internista epatologo dell'Istituto San Gallicano - come la concentrazione di soggetti a rischio, il sovraffollamento, l'uso comune di rasoi e tagliaunghie oltre al rischio di trasmissione sessuale con rapporti omosessuali. Un altro problema e' la pratica dei tatuaggi con strumenti non sterili. Date questo premesse, da un'indagine epidemiologica in 14 carceri risulta che il 38% dei detenuti ha infezione da Hcv, mentre il 6,7% presenta infezione manifesta da Hbv e il 52,6% infezione occulta da Hbv. La sieropositivita' per Hiv e' del 7,5%". Nel mondo, si stima che una persona su 12 abbia l'epatite B o l'epatite C, la maggior parte senza saperlo. Condividi