Grande manifestazione ieri a Torino dei lavoratori Fiat per chiedere all'azienda, impegnata a fare shopping negli Stati Uniti e in Germania, di non trascurare i suoi impegni italiani e, soprattutto, di non chiudere nessuno degli stabilimenti funzionanti nel nostro Paese. All'appello dei sindacati hanno risposto in migliaia ed un lungo ecombattivo corteo ha attraversato il capoluogo piemontese esprimendo tutta la forza di un movimento che si ritrova fortemente unito e determinatoa non cedere.
Una bella manifestazione, dunque, che solo al termine uno sparuto gruppo di aderenti ai Cobas ha cercato di rovinare trascinando fuori con la violenza, dall'improvvisato palco dal quale stava parlando ai lavoratori, il segretario nazionale della Fiom, Giovanni Rinaldini che poi ha potuto completare il suo comizio grazie al pronto intervento del servizio d'odine.
Molte le reazioni alle contestazioni. A cominciare da quella dello stesso segretario generale della Fiom che parla di "episodio deplorevole, costruito in modo organizzato, che non può in alcun modo oscurare la grande manifestazione che si è svolta oggi a Torino e soprattutto non può oscurare il suo significato, la grande unità dei lavoratori di tutti gli stabilimenti Fiat, dal Sud al Nord del Paese. Si è trattato di un'aggressione di alcuni teppisti dello Slai Cobas che aveva come unico scopo quello di oscurare le nostre richieste di confronto per difendere gli stabilimenti dalla chiusura. Hanno reso un ottimo servizio alla Fiat, dato che diventerà quella la notizia di oggi".
Così la pensa, evidentemente, anche Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, che con una sua dichiarazione ha messo l'accento soprattutto sul significato e la portata dellamanifestazione di ieri.
"A Torino - ha detto Ferrero - si è svolta una grande, importante e combattiva manifestazione nazionale dei lavoratori del gruppo Fiat e della componentistica indetta da tutti i sindacati metalmeccanici. Il governo e la Fiat devono ascoltare le ragioni di questa manifestazione.
Nessuno stabilimento deve essere chiuso, nessun posto di lavoro deve essere perso.
Serve un forte intervento pubblico per garantire innovazione tecnologica e riconversione ambientale sul terreno della mobilità, dall'auto elettrica all'auto all'idrogeno.
Sopratttutto, la Fiat deve smetterla di fare orecchie da mercante e dare precise garanzie sul futuro di tutti gli stabilimenti italiani, mentre il governo deve uscire da un'atteggiamento di totale subalternità agli interessi della Fiat e chiedere precise garanzie sulla tenuta occupazionale dei suoi stabilimenti".
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