''Certe scelte verso gli immigrati, fanno pensare alle parole tristi del Papa di fronte al muro che separa israeliani e palestinesi''. A fare questo collegamento è il vescovo di Terni, mons. Vincenzo Paglia, che ha criticato la scelta del Governo di ''rispedire indietro coloro che cercano una vita più serena'' nell'omelia di una messa celebrata a Gubbio per la ricorrenza liturgica di sant'Ubaldo. ''Penso anche ai tanti muri interiori che alziamo spesso anche tra noi'', ha aggiunto il presule che è anche presidente della Commissione Cei per l'ecumenisomo e il dialogo interreligioso e assistente ecclesiastico della Comunità di Sant'Egidio. ''E' l'assenza della mitezza - sostiene Paglia - che sta rendendo amara la vita di questo nostro paese e del mondo. C'è poco amore, poca accoglienza. Ognuno si preoccupa di se stesso e si difende dagli altri, magari armandosi. Ma i disastri di questa mentalità sono sotto gli occhi di tutti ad esempio con il fenomeno il fenomeno del bullismo''. ''Anche i tempi nei quali visse Ubaldo - ha ricordato mons. Paglia - non erano facili. L'intera Europa viveva un momento di grande cambiamento; iniziavano i primi commerci, ma assieme anche i conflitti, le violenze, le oppressioni. Ed erano tutte interne all'Europa, anzi all'Italia, all'interno dell'Umbria, tra Gubbio e Perugia, tra il Nord e il centro e così via. E molti cristiani, appartenenti sia al clero che al laicato, vivevano lontani dal Vangelo lasciando così che violenza crescesse. I poveri iniziarono ad essere più numerosi e vennero sentiti come un pericolo. E si costruirono le mura per difendersi e leggi per rispedirli indietro. Come vedete - ha concluso il vescovo di Terni rivolto ai fedeli - nonostante le dovute differenze la storia si ripete''. La messa solenne per la festa di sant'Ubaldo è stata concelebrata nella Cattedrale di Gubbio dal vescovo di locale, mons. Mario Ceccobelli, e dal predecessore mons. Pietro Bottaccioli, che proprio oggi ricorda i vent'anni dalla sua consacrazione episcopale. Condividi