La corte d'assise di Perugia è entrata stamani in camera di consiglio per la sentenza sull'omicidio di Barbara Cicioni, la donna di 33 anni uccisa quando era all' ottavo mese di gravidanza nella sua villetta di Compignano di Marsciano nella notte tra il 24 ed il 25 maggio del 2007. Del delitto è accusato il marito, Roberto Spaccino, di 39 anni, in carcere da circa due e che si è sempre proclamato innocente. Per lui il pm Antonella Duchini ha chiesto la condanna all'ergastolo. Stamani c'è stata l'ultima replica dell'avvocato Luca Gentili che con il collega Michele Titoli difende Spaccino.
L'imputato non era in aula. Poi la corte, presieduta da Giancarlo Massei, lo stesso del processo per l'uccisione della studentessa inglese Meredith Kercher, è entrata in camera di consiglio. La sentenza è attesa in serata. Spaccino, ex camionista, secondo l'accusa avrebbe picchiato la moglie e poi l'avrebbe soffocata con un cuscino. E' imputato anche di maltrattamenti in famiglia e di avere simulato una rapina per sviare le indagini.
Davanti al palazzo di giustizia è in corso un presidio promosso dal Collettivo femminista sommosse Perugia e dalla Rete delle donne umbre. Le manifestanti portano cartelli ed hanno steso striscioni con slogan contro la violenza sulle donne. Tra questi ''per ogni donna uccisa violentata offesa siamo tutte parte lesa'' e ''sfruttamento è violenza emo (''abbiamo'' in dialetto perugino-ndr) perso la pazienza''.
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