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Il 24 maggio del 2007 a Marsciano, piccolo centro della tranquilla e pacificata Umbria, la “normale” famiglia italiana faceva un’altra vittima: Barbara Cicioni. Dopo una vita di vessazioni e maltrattamenti da parte del marito Roberto Spaccino, Barbara, all’ottavo mese di gravidanza, muore in seguito all’ennesima lite violenta. Una vita di coppia fatta di violenze quotidiane e umiliazioni continue e caratterizzata, come candidamente ammette lo stesso Spaccino, da qualche “schiaffetto leggero” dato per “calmare” la gelosia di Barbara o quando “la cena non era pronta” e che sembra rappresentare ancora oggi l’ordinario svolgersi delle relazioni uomo/donna. Questo caso di violenza “normale” non è appetibile per i mass media proprio per la sua emblematicità: quello che viveva Barbara è quello che vivono ancora molte donne tutti giorni all’interno delle mura domestiche e è considerato consuetudine privata da questo sistema sociale che si alimenta della violenza eterosessista, maschilista e patriarcale. In tale sistema il corpo delle donne è considerato come una proprietà di Stato e la sua difesa è tirata in ballo solo quando è funzionale alla legittimazione di politiche securitarie e razziste. Sabato 16 maggio, in corrispondenza delle ultime udienze e dell’emissione della sentenza finale del processo a Roberto Spaccino scegliamo di essere in piazza per un’intera giornata di mobilitazione, per rivendicare la nostra idea di sicurezza. Siamo contro la “banalità” della violenza sistemica sulle donne e la sua strumentalizzazione, che quotidianamente promuove ipocrite politiche sulla sicurezza, favorisce la paura e il razzismo e limita la libertà e il diritto all’autodeterminazione delle donne stesse. Sabato 16 maggio 2009 Perugia, Piazza Matteotti Presidio dalle ore 9.30 e “istallazione umana antisecuritaria” in Via Oberdan dalle ore 16:00 Indecorose e libere! Collettivo Femminista Sommosse Perugia e Rete delle Donne Umbre Condividi