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ROMA - Dal punto di vista del diritto internazionale "l'Italia è responsabile per le conseguenze del respingimento" dei migranti riportati in Libia. Lo sostiene l'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr) al termine dell'incontro al Viminale con il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Nel corso dell'incontro, sottolinea una nota dell'Unhcr, l'Agenzia dell'Onu ha ribadito che la "nuova politica inaugurata dal governo si pone in contrasto con il principio del non respingimento sancito dalla Convenzione di Ginevra del 1951, che trova applicazione anche in acque internazionali". Un principio "fondamentale, che non conosce limitazione geografica" e che "é contenuto anche nella normativa europea e nell'ordinamento giuridico italiano". L'Agenzia dell'Onu ha chiesto a Maroni che il governo italiano "riammetta sul proprio territorio" i migranti che sono stati rinviati in Libia, confermando che tra loro vi sono "persone bisognose di protezione". Di qui l'appello al governo affinché sospenda i respingimenti. In merito alla possibilita' di vagliare in Libia le domande di asilo - proposta su cui ieri si e' pronunciato positivamente l'ambasciatore libico in Italia - l'Unhcr ha fatto presente a Maroni che ''non vi sono al momento le condizioni necessarie per svolgere tale attivita'''. E proprio su questo fronte, nel corso dell'incontro si e' anche discusso della possibilita' di costituire un tavolo tecnico con le parti coinvolte e la partecipazione dell'Unione Europea, ''per elaborare una strategia che miri a rafforzare lo spazio di protezione in Libia'', compresa la ratifica da parte del paese nordafricano della Convenzione di Ginevra del 1951. Condividi