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di Daniele Bovi “La cravatta dov'è, non ce l'hai?”. Scherza il segretario provinciale del Pd Alberto Stramaccioni quando si rivolge così al candidato del centrosinistra per la Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi. “E' un segno di discontinuità” risponde altrettanto scherzosamente quest'ultimo. Discontinuità, innovazione: termini che hanno fatto spesso capolino questa mattina a Perugia durante la presentazione dei candidati sindaci del Pd e del centrosinistra per Foligno (Mismetti), Perugia (Boccali), Spoleto (Benedetti), Gualdo (Scassellati), Bastia (Criscuolo), Marsciano (Todini), Umbertide (Giulietti) e Corciano (Ginetti). Candidati che, parola di Stramaccioni, si caratterizzano per una “solida esperienza amministrativa e per una grande capacità di relazione sociale”. Discontinuità però, è un concetto che a Stramaccioni non piace: “Ne parliamo – dice - noi e voi giornalisti. Alla gente là fuori non interessa molto”. Quello che invece interessa (e molto) al segretario, piazzato al centro del tavolo fra quelli che lui chiama “i magnifici otto”, è vincere al primo turno. A chi infatti ha seguito da vicino negli ultimi mesi lo Stramaccioni-pensiero, appare chiaro che per lui il ballottaggio è un'ipotesi da non prendere neanche in considerazione. Vincere e vinceremo insomma, meglio se al primo turno. Il lavoro di mesi per costruire coalizioni le più ampie possibili in tutti i territori sotto il suo “governo” aveva proprio questo scopo: scacciare l'ipotesi dei ballottaggi, che in molte realtà dell'Umbria equivarrebbe praticamente ad una bestemmia. Parlando della concretezza dei numeri poi, è stato lo stesso Stramaccioni a fissare per il Pd l'altezza dell'asticella per le prossime amministrative: “L'obiettivo – dice – è quello di confermare il risultato delle politiche 2008, ossia il 44 per cento”. Come il condottiero poi, il segretario indica la via di marcia della coalizione di centrosinistra: “E' una coalizione – dice – che sta insieme per modernizzare la regione sul piano economico e sociale. E' vero, abbiamo molto discusso nei mesi passati, ma ora noi siamo obbligati ad innovare di fronte ad una realtà che cambia continuamente”. E a chi pensa che sia stato facile riunire sotto una sola bandiera tutti i partiti della coalizione, Stramaccioni dice: “Non era scontato all'inizio pensare di poter riunire la coalizione. Le 4-5 componenti fondamentali ci sono in tutte le realtà, con lo scopo di vincere al primo turno”. In molti, specialmente da destra, accusano questa coalizione di essere “roba vecchia”, riedizione di vecchie Unioni e di vecchi Ulivi in un quadro politico sempre più bipartitico. E Stramaccioni non ci sta: “Io dico che questa non è una coalizione che guarda indietro. Ad esempio perché alcuni partiti all'epoca neanche c'erano, e penso all'Idv, e poi perché ci sono molte liste, che non mi sento neanche di definire civiche, che allargano di molto l'area del consenso”. E a proposito di tattiche e alleanze, per mesi rumors e retroscena della politica umbra davano in constante ascesa le quotazioni di una Udc alleata col centrosinistra. Poi le cose sono cambiate e si è definito un altro tipo di patto. Stramaccioni, con il partito di Casini, usa bastone e carota. Dopo aver puntato il dito infatti contro le ondivaghe alleanze strette dall'Udc in Umbria, il segretario aggiunge: “Se la loro linea – dice – era quella di proporre i loro candidati per farli accettare da noi dappertutto, a me questa strategia ricorda la vecchia politica dei due forni. Ricordo però, che spesso con questa strategia il pane si brucia”. Poi però, come detto, per i casiniani c'è anche la carota: “Io – dice il segretario – auspico che tutte le forze che si oppongono a questo governo possano lavorare insieme. Abbiamo lavorato ad un suo coinvolgimento, convinti che le forze di opposizione al centro destra nazionale anche in Umbria dovrebbero trovare un terreno comune di lavoro”. Condividi