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Convocare al più presto gli “Stati generali” dell'economia umbra per arrivare ad lettura unitaria della crisi e degli effetti che ha prodotto sul tessuto produttivo regionale, per condividere e concretizzare una strategia di uscita e di nuovo sviluppo. La proposta è arrivata stamattina dal direttivo regionale della Cgil che si è tenuto a Perugia alla presenza del segretario nazionale Agostino Megale. L'organismo, formato da tutti i dirigenti del sindacato umbro, ha prima approvato il bilancio della Cgil regionale, il cui conto economico consuntivo nel 2008 presenta un utile di 14.066 euro (costi complessivi: 777.369 euro; entrate complessive per quote associative: 791.435 euro) per poi concentrarsi nel dibattito che ha toccato tutti i temi dell'attualità politica e sindacale, compresa la campagna elettorale in vista delle prossime elezioni locali ed europee, “occasione preziosa – per la Cgil - per riportare i temi del lavoro e della crisi al centro dell'attenzione della politica e dei programmi delle istituzioni chiamate a rinnovare i propri organismi”. E' stato Manlio Mariotti, segretario generale della Cgil umbra, nella sua relazione introduttiva a lanciare la proposta che lo stesso Agostino Megale aveva paventato a livello nazionale, incontrando però il secco rifiuto del ministro Sacconi (“per discutere di economia bastiamo noi”, è stata la replica). E lo stesso Megale si è detto convinto che “in Umbria ci sono le condizioni per realizzare questo progetto”, anzi, che l'Umbria può essere in questo “un laboratorio nazionale”. “In questa regione – ha detto Mariotti nella sua relazione - abbiamo sperimentato nel metodo concertativo una capacità di interazione positiva, predisponendo un pacchetto di provvedimenti anti crisi tra i più avanzati in Italia. Ora però – ha aggiunto il segretario Cgil - a distanza di mesi dobbiamo fare il punto su quanto è stato fatto, su quanto resta da fare e su ciò che è ncessario aggiustere in ragione della evoluzione della crisi”. Il modo di procedere infatti preoccupa la Cgil, in questo in sintonia con Cisl e Uil. “Ci sono troppi ritardi – ha detto Mariotti - soprattutto nella tutela dei più deboli, ritardi nell'applicazione di quanto concordato, nella predisposizione delle norme regolamentari e azioni attuative. C'è insomma – ha concluso – una insopportabile distanza tra il bisogno espresso dalla società e chi, essendo al riparo dagli effetti di questa crisi, considera il tempo come una variabile indipendente dai bisogni reali”. In questo ragionamento rientra anche la richiesta alla Regione di uno “sforzo straordinario”: attingere alle risorse derivanti dal fondo sociale europeo, anche quelle dei prossimi anni, per la riqualificazione e riprofessionalizzazione del mondo del lavoro umbro, al fine di metterlo al passo con il progetto di sviluppo futuro che dovrà accompagnare la regione fuori dalla crisi. Condividi