di Daniele Bovi
Riassunto delle puntate precedenti. Il teatro Pavone, uno dei cuori culturali più antichi e di pregio del centro storico di Perugia, rischia grosso. Cioè, rischia di chiudere. Problemi economici principalmente, con lo svuotamento dell'acropoli e l'assedio delle ipertecnologiche multisale alle porte della città. La proprietà, in mano all'Accademia del Pavone, cerca una soluzione. Il Comune, ovviamente, deve scendere in campo.
Tra la proprietà e l'assessore comunale alla Cultura Cernicchi ci sono degli incontri dove vengono prospettate delle soluzioni. Prontamente rigettate dalla proprietà. Secondo quanto raccolto da Umbrialeft le proposte che sono state fatte riguardano due note aziende della città (una in particolare che sta praticamente diventando il main sponsor degli eventi culturali cittadini), pronte a mettere sul tavolo cifre considerate però davvero di poco conto per mettere le mani su uno dei cuori culturali della città.
E a questo proposito Umbrialeft ha sentito il presidente del Consiglio comunale di Perugia Roberto Ciccone, anch'esso impegnato per una soluzione che cerchi di preservare lo storico teatro: “Le proposte che sono circolate in questi giorni – dice – non sono accettabili. Stiamo parlando del più antico teatro e cinema dell'Umbria. Un luogo che sta nell'immaginario della città come punto di riferimento per la cultura. E non è, come molti dicono, il teatro degli snob: agli spettacoli, e ci sono documenti ad attestarlo, andava pure la povera gente che si portava anche da mangiare nei loggioni.
Che tipo di richieste sono state avanzate dalla proprietà?
“La richiesta che avanzava la proprietà era, fondamentalmente, che il Comune intervenisse per rilanciare l'istituzione. Le proposte però non sono state soddisfacenti. E' impensabile che Perugia possa perdere il Pavone o farlo diventare altro da luogo di rappresentazione della cultura. E' vero che sono stati aperti teatri fuori dal centro storico, come il Brecht di San Sisto, ma questo non può compensare la chiusura del Pavone. Il centro ha perso già i cinema e non può perdere anche il teatro. Non si può desertificare, mi aspetto che la prossima amministrazione faccia il contrario. C'è comunque, per quello che ho registrato, la volontà di ragionare a fondo. Alla chiusura, ribadisco, sono completamente contrario, non ce lo possiamo permettere. Sarebbe un'offesa gravissima alla città”.
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