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PERUGIA – Nessuna paura, l’allarme gettato non ha ragione di essere perché gli orti di Santa Margherita e Ponte della Pietra, dati in gestione dalla Provincia di Perugia, resteranno ai pensionati. Tutti i diritti acquisiti restano salvaguardati. Con una nota estremamente puntuale e tranquillizzante l’ente di Piazza Italia sgombera il campo da ogni equivoco e, soprattutto, da qualsiasi interessata polemica che al riguardo si voglia tentare, spiegando con chiarezza le ragioni del suo comportamento. “Il cosiddetto congelamento deciso dalla Giunta Provinciale in merito alla riassegnazione dei siti ortivi lasciati liberi – si spiega nella nota - è in realtà solo una momentanea sospensione per permettere una riorganizzazione più funzionale degli appezzamenti. Riorganizzazione che fa riferimento al fatto che, dopo oltre trenta anni, non c’è solo l’aspetto sociale legato al tempo libero ma considera anche che gli ‘ortolani’ detengono un sapere prezioso in tema di orticoltura. Sapere che è scomparso come quello di alcune colture ormai dimenticate e che potranno essere riattivate. Nel progetto futuro, la riorganizzazione funzionale terrà conto in maniera particolare anche di chi vorrà seguire la via del biologico”. Per fare ulteriore chiarezza sulla vicenda, a sua volta il Servizio Promozione Attività Culturali e Sociali della Provincia di Perugia ha diffuso la nota seguente. “Va confermato come questo congelamento significa che, ad ogni sito lasciato libero da chi lo ha in concessione, per qualsivoglia ragione, non seguirà appunto l’assegnazione dell’orto all’eventuale richiedente che ne avesse diritto. Ciò però non vuol dire che gli altri concessionari perderanno i diritti acquisiti (l’orto per intenderci). Occorre puntualizzare che i siti non rientreranno in possesso della Provincia, semplicemente perché essi nel possesso dell’ente lo sono sempre stati, in quanto la concessione del terreno permette la possibilità di coltivazione e di appropriazione dei prodotti coltivati, ma non di certo la proprietà degli orti stessi. Infine, sulle ragioni del provvedimento, non ci resta che confermare come la Giunta abbia maturato questa decisione per riorganizzare su basi nuove tutta la struttura che mostra con evidenza i segni del tempo, essendo nata più di trenta anni fa ed essendosi logorata a livello ambientale, tecnico e persino regolamentare, necessitando perciò di un intervento profondo e complessivo”. Condividi