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di Daniele Bovi Orgogliosamente e coerentemente nel centrosinistra. Si sente così Roberto Carpinelli, segretario regionale del Pdci, che ha presentato questa mattina, insieme a Monia Ferranti (assessore al Comune di Perugia), Pier Luigi Neri (assessore alla Provincia) e Stefano Feligioni (consigliere provinciale), le liste del suo partito per il Comune di Perugia e per la Provincia. Un partito che Carpinelli colloca nel centrosinistra non per una sorta di appiattimento culturale ma, appunto, per la coerenza di un partito “che nasce – dice – per contrastare la deriva massimalista di chi aveva coniato lo slogan 'centrosinistra e centrodestra sono la stessa cosa', spianando la strada a Berlusconi e alla destra”. E a riprova di questo non appiattimento Carpinelli cita i casi in cui il suo partito, in Umbria, corre da solo. Ossia ad Orvieto (con Carlo Tonelli), a Spoleto (con Giampiero Calabresi) e a Bastia (con Giuseppe Mascio). Questo perché nei casi citati, secondo Carpinelli, “la sinistra ha smesso di fare la sinistra”. Un Carpinelli che rivendica con orgoglio di aver appoggiato, ancora prima che i loro partiti lo facessero, Boccali (a Perugia) e Guasticchi (alla Provincia). “Questo perché – dice – sono giovani, competenti e in grado di affrontare i seri problemi che queste realtà si trovano di fronte”. Alla fine, il segretario fa pure polemica con Rifondazione e Italia dei Valori: “In questi mesi – sostiene il segretario – abbiamo assistito a balletti incomprensibili. Fra 'tre C' e patti etici sventolati con l'unico scopo di alzare il prezzo. Per quali motivi, lo decideranno gli elettori”. Condividi