di Nicola Bossi Batterie ad alto valore inquinante (per un totale di 8 tonnellate) sono state smaltite in discariche non autorizzate essendo stati considerate semplicemente oggetti ferrosi. Tutto questo grazie alla complicità di una società che inviava dei propri uomini -nelle autoufficine umbre, laziali e abruzzesi - a ritirare questi rifiuti speciali rilasciando poi certificati rigorosamente falsi. Falsi anche le bolle che i trasportatori utilizzano per portare queste batterie in discariche non adeguate. I Carabinieri del Noe - come confermato oggi nella conferenza stampa - nel giro di un anno con l'inchiesta nominata "Piompo" ha smantellato tutto questo traffico illecito che risparmia soltanto le autoufficine e le discariche interessate che venivano ingannate dall'organizzazione criminale formata da un romano (la mente) e due stranieri (le braccia dell'organizzazione). Nei confronti dei cinque arrestati sono state eseguite ordinanze di custodia cautelare in carcere disposte dal gip di Terni su richiesta del procuratore Fausto Cardella. Sulla vicenda dellem batterie inquinanti è intervenuta anche Legambiente dell'Umbria per voce del presidente Aleassandra Paciotto: “L’Umbria per la sua posizione geografica si conferma ancora una volta uno dei nodi strategici delle rotte criminali dove più del 10 per cento inchieste condotte contro questo tipo di traffico illecito vedono coinvolte a vario titolo imprese e soggetti di questa regione. Per questo è necessario mantenere alta la guardia e contrastare con mezzi sempre più efficaci questo fenomeno criminale che è una vera e propria piaga per il nostro Paese e un ostacolo allo sviluppo dell’imprenditoria sana”. Secondo l’ultimo Rapporto Ecomafia di Legambiente, infatti, nel 2008 l’Umbria è stata più volte coinvolta in inchieste giudiziarie contro traffici illeciti di rifiuti. Con 33 infrazioni accertate nel settore del ciclo dei rifiuti, 136 persone denunciate e 67 provvedimenti di sequestro effettuati, la regione si colloca al quattordicesimo gradino della classifica nazionale dell’illegalità nel ciclo dei rifiuti, salendo dunque di due posizioni rispetto a quella occupata nel 2007. Condividi